Il danese Jonas Vingegaard, maglia gialla del Tour, con un prestazione superlativa ha vinto la cronoscalata del Domancy infliggendo addirittura 1’38” rivale Pogacar. Impensabile ala vigilia. Niente da fare per lo sloveno che a 5,6km dall’arrivo ha cambiato persino bicicletta inforcando una bici leggerissima di nemmeno 7 kg. Ma contro un Vingegaard letteralmente strepitoso, il campione sloveno ha dovuto incassare una batosta severa, inimmaginabile alla vigilia. Il danese Vingegaard è stato portato in trionfo dai compagni di squadra,in testa Van Aert che lo ha abbracciato togliendosi il cappello in segno di chapeau. Comunque i due duellanti più attesi hanno onorato il Tour rendendolo semplicemente spettacolare. Da cineteca. E non è finito. Tutto può ancora succedere.
Ordine di arrivo
Primo Vingegaard ,secondo Pogacar (+1’38”), terzo Van Aert (+2’51”). A seguire: Pello Bilbao (+2’55”), Simon Yates (+2’58”)), Cavagna (+3’06”), Adam Yates (+3’12”), Skijelmose (+3’21”), Pedersen e Gaudu (+3’31”). CLASSIFICA GENERALE Primo Vingegaard, secondo Pogacar (+1’48”), terzo Adam Yates (+8’52”). A seguire: Rodriguez (+8’57”), Hindley (+11’15”), Kuss (+12’56”), Simon Yates (+13’46”), Gaudu (+17’38”), Gall (+18’19”). CRONOSCALATA SUL DOMANCY Tappa n. 16, sei alla fine. Cronometro breve ma tosta. In 22,4 km ben 636 metri di dislivello. Tracciato da Passy a Combloux con due salite di tutto rispetto: al km 4 l’ascesa di Cascade de Coer (1,3 km all’8,5%); a 3,5 km dalla linea d’arrivo il mitico Domancy (2,5 km al 9,4% con punte del 14%.).Arrivo poderoso: in 6,3 km si passa dai 559 m. di Domancy ai 974 m. di Combloux. Occhi puntati sui due marziani: il danese Jonas Vingegaard e lo sloveno Tadej Pogacar. Due duellanti filmici che hanno riportato le lancette del tempo al 1989 – come opportunamente ha ricordato sulla “Rosea” Francesco Ceniti – a 34 anni fa (1989) quando la maglia gialla fu conquistata da Greg LeMond con soli 8” sull’ idolo di casa, Laurent Fignon. Entrambi interpreti di una prestazione sontuosa. GIULIO CICCONE, MIGLIOR SCALATORE Unica consolazione della pattuglia azzurra (rimasta con 6 corridori): al momento Ciccone è il miglior scalatore del Tour seguito da Powless (ma identico punteggio) e Vingegaard. L’abruzzese ora è atteso da 5 tappe insidiose e solo sabato saprà se anche lui, in maglia a pois, potrà salire sul podio finale dei Campi Elisi. All’Italia la maglia a pois manca dal 1992 (Chiappucci). Ha chiuso la cronoscalata con un buon tempo (38’22”). LA TAPPA MERCOLEDÌ Durissima. Ultime cinque frazioni del Tour. Mercoledì 19 si va da Saint Gervais Mont Blanc a Courchevel, celebre stazione di sport invernali nel dipartimento francese della Savoia. Tappa di 166 km, con 4 salite importanti. Terribile il quarto GPM, il Col de la Loze a 2.304 metri di altitudine: 28,1 km al 6% con punte al 24% e un dislivello di 5 mila metri.