As Roma. I “pataccari” alla Marione assolti per “manifesta e ridicola monnezza”

Roberto Renga

ROMA – I “pataccari” alla Marione Corsi (in combutta con il giornalista in pensione del Messaggero Renga, suo figlio e il vice di Corsi Lomonaco) sono stati assolti per “manifesta e ridicola monnezza”. Erano stati sorpresi a confezionare un falso dossier contro il dg della As Roma Franco Baldini e il consigliere di amministrazione della società Mauro Baldissoni. I due dirigenti dovevano passare per “massoni” impegnati in “triplici fraterni abbracci”: il piano era far circolare trascrizioni inventate di sms e conversazioni telefoniche mai intercettate perché mai avvenute. Tentativo talmente maldestro che prima Il Fatto rifiutò anche solo di leggere le carte, poi un inviato delle Iene, Paolo Calabresi, andò a vedere il bluff, sputtanando, è il caso di dirlo, l’improvvisata combriccola in televisione.

Con “monnezza” non si intende qui fare dell’ironia: sta scritto nero su bianco nella richiesta di archiviazione del pm Paola Filippi. I reati presunti sono talmente grossolani che sono diventati “impossibili”, quindi non meritano nemmeno di essere menzionati in un processo. Insomma non luogo a procedere, perché un reato per essere tale deve contenere almeno un minimo di plausibilità di ideazione e compimento. Un bel successo per Marione che dalla tribuna radiofonica già mena vanto del suo proscioglimento. Sorvolando sul dettaglio della “monnezza” che, per il pm, non configura né la diffamazione né la ricettazione contro Baldini e Baldissoni. La As Roma ricorrerà al gip, pretendendo il giudizio.

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