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Ultras serbi: a sostenere i violenti forse il signore della droga Sraric

di Maria Elena Perrero |14 Ottobre 2010 9:51

Dietro agli scontri di marted’ 12 ottobre allo stadio Marassi di Genova spuntano i nomi dei boss della droga in Serbia.  Perché dietro ai tumulti organizzati di sicuro ci dev’essere una base economica.

Ecco allora i nomi di Mladen Obradovic, controverso leader dell’organizzazione ortodossa-clero-fascista Obraz, e del signore della droga Darko Saric:  gente che vuole destabilizzare la Serbia, tenerla lontana dall’Unione europea, quella Unione europea  che il 25 ottobre deciderà sull’ingresso di Belgrado.

A spingere gli ultranazionalisti violenti, che già in occasione del Gay Pride del 10 ottobre hanno fatto scorrere sangue, potrebbero essere appunto Obradovic o Sraric.

Il primo era stato arrestato poco prima del Gay Pride: ma la polizia non è riuscita a piegare quell’uomo, forggiato da estremisti russi e protetto da molte cosche locali.

Sraric è invece un boss montenegrino del narcotraffico, al momento indagato per riciclaggio. Accusato di aver ripulito un miliardo di euro solo nell’ultimo anno, Sraric non si è mai presentato in tribunale, scegliendo la via della latitanza e muovendo a distanza i suoi fedeli.

A far propendere per queste ipotesi è la stessa polizia serba, che sostiene che le modalità del boicottaggio armato di Genova erano fuori dal comune: nessuno ha cercato un avversario con cui litigare, non hanno suscitato il caos per poi disperdersi fra i fumogeni. Hanno provocato, alcuni a viso scoperto: l’ipotesi più accreditata è che a sostenerli non fossero solo ideali e iseologie, ma soldi, tanti soldi.

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