Per il campione italiano gli Us Open si chiudono in anticipo: colpa anche dell’ennesimo infortunio di cui è stato vittima.
Il tennis moderno mette a dura prova il fisico degli atleti. Non sorprende, considerati i ritmi serrati del calendario, che anche i big sono costretti spesso a fermarsi per infortunio. Per il tennis italiano di esempi di questo tipo non mancano, Sinner su tutti. Il numero 1 al mondo ha dovuto saltare le Olimpiadi per una tonsillite, ma prima ancora ha alzato bandiera bianca agli Internazionali d’Italia per un infortunio all’anca.
Un problema che ha fatto tremare anche durante il torneo di Cincinnati, tappa di avvicinamento fondamentale per gli Us Open, che il 23enne ha poi vinto. Proprio dallo slam americano arriva una brutta notizia per tutti i tifosi di tennis italiani: il campione è alle prese ancora una volta con un infortunio e anche per questo non è riuscito ad andare avanti nel tabellone.
Questa volta però non si tratta di Sinner, ma di Matteo Berrettini, fino a un paio di anni fa numero 1 del tennis tricolore. L’atleta romano ha vissuto un luglio ad altissimi livelli, portando a casa due tornei, ma non è andato oltre il secondo turno a New York, battuto in tre set da Fritz. Un ko che ha però una spiegazione anche fisica, come lo stesso Berrettini ha poi ammesso nell’intervista post match.
Proprio a causa degli infortuni negli ultimi anni Berrettini non è riuscito a mantenere il livello che lo ha portato alla finale di Wimbledon e ad essere tra i migliori tennisti al mondo. Una serie di acciacchi hanno condizionato le sue prestazioni fino a farlo precipitare anche fuori dalla top 100 del ranking.
Ora il romano sta risalendo la classifica, ma non è riuscito ad andare oltre il secondo turno agli Us Open anche per le sue precarie condizioni fisiche: “Non sono riuscito ad allenarmi e a giocare quanto avrei voluto prima di arrivare agli Us Open – ha spiegato Berrettini –. Ho avuto una flebite ad una vena del polpaccio“. Il tennista ha anche scherzato sull’ennesimo contrattempo (“mi mancava nella lista” il riferimento ai tanti infortuni) e ha poi raccontato che il problema fisico non lo ha condizionato durante i due match a New York,.
Ma ovviamente gli ha impedito di prepararsi al meglio: “Sono orgoglioso di essere riuscito a giocare e andare oltre i dolori e il fastidio. Con la mia storia – ha aggiunto – c’è la paura di poter peggiorare le cose, invece è stata una prova importante“.
Ora per lui c’è l’attesa di capire se farà parte dell’Italia in Coppa Davis (non è presente nelle prime convocazioni ma il capitano Volandri gli ha chiesto di tenersi pronto) oppure continuerà la stagione con un Atp 250 in Cina. Sperando che il conto con la sfortuna e gli infortuni sia stato tutto pagato.
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