In conferenza stampa alla vigilia di Real Madrid-Milan, Carlo Ancelotti dice che il calcio si sarebbe dovuto fermare dopo quel che è accaduto a Valencia.
Le parole di Carlo Ancelotti
Domani c’è la Champions ma Ancelotti non ha voglia di parlarne: “Non ho nessuna voglia di parlare di calcio in questo momento, dopo quello che è successo a Valencia. Perché facciamo tutti parte di questo Paese e sappiamo cosa è successo, quanto la gente sta soffrendo. È una partita speciale per me, lo sapete tutti, ma parlare di calcio in questo momento è molto difficile. Anzi impossibile. Il sentimento è quello di parlare meno possibile di calcio, perché il calcio ora va in secondo piano”.
E ancora: “La professione ci obbliga a parlare di calcio, ma senza voglia. Il caso del Pallone d’oro? Non c’entra niente, oggi siamo tristi per ben altro. Tutto ora è in secondo piano. Il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti”.
Nell’ultima giornata di Liga solo due partite sono state rinviate, Valencia-Real e Villarreal-Rayo. “Perché non sono state rinviate tutte? Noi siamo degli impiegati e a volte siamo costretti a fare cose anche quando non vorremmo. Non avevamo il potere di fare nulla. Il calcio è una festa. E tu festa la puoi fare quando stai bene, quando la tua famiglia sta bene, quando tutti stanno bene. Quando la gente non sta bene non si può fare festa. Non so se è colpa delle politica ma capisco la frustrazione della gente che ha perso tutto. È una tragedia immensa. Oggi con la tecnologia che esiste puoi sapere anche a che ora piove, ma non siamo riusciti a prevedere una disgrazia come questa”. Infine, prima di alzarsi e lasciare la conferenza, Ancelotti si lascia andare a una considerazione amara: “Si dice che lo spettacolo deve sempre andare avanti, ma non deve essere così”.