Veneto Classic, vince il vicentino Samuele Battistella a braccia alzate. Era l’ultima e prestigiosa corsa su strada della stagione. Un tappone da Venezia a Bassano del Grappa disegnato da Pippo Pozzato. Un tracciato con asperità impegnative e ricorrenti sali e scendi.
Ha vinto con un assolo di venti km staccando, suo malgrado (parole sue) il favorito Trentin. Che era caduto banalmente quando era in fuga e a ruota di Battistella e i due andavano d’accordo, con cambi regolari molto efficaci. Voleva fermarsi ed aiutarlo.
Ha vinto la sua prima gara in carriera da professionista per di più sulle strade di casa. Ha detto a caldo: “ Vincere in casa ha tutto un altro sapore”.
Ha saputo resistere all’attacco di fior di inseguitori peraltro “stoppati“ dall’eccezionale e generoso lavoro del compagno di squadra, il russo Lutsenko.
All’arrivo, nel sole e tra due ali di folla – tanti amici e fan in delirio – Battistella ha trovato il tempo di invitare il pubblico alla ovazione. E questo dopo 5h 05 ‘01” di corsa dura, combattuta, senza un attimo di rspiro. Per la cronaca secondo è arrivato lo svizzero Hirschi, terzo il colombiano Restrepo, quarto Lutsenko, quinto Rochas, sesto Diego Ulissi.
Veneto Classic. Tracciato tosto. Gara nuova. Prima edizione. Attesa da nove anni
Da Venezia a Bassano del Grappa. In tutto 208 km di cui i primi 50 pianeggianti. Al via 119 corridori, quattro squadre World Tour(UAE, Astana, Intermarché, Cofidis). Un percorso all’altezza di una classica. Suggestiva, piena di fascino, la partenza al parco urbano di San Giuliano affacciato sulla laguna, all’inizio del ponte della libertà; il ponte ferroviario e stradale di 3.850 metri che collega il centro storico di Venezia con la terraferma.
Poi, dopo una cinquantina di km, si è presentato il primo scoglio, cioè il muro di Ca’ del Poggio ( 1,1 km al 12,3% ) e a seguire le stupende colline del prosecco attraversando centri importanti come Valdobbiadene e Asolo. E dopo questi primi 120 km senza particolari sorprese ( solo sette uomini in fuga controllati dal plotone entro tre minuti ) la corsa è arrivata a Bassano dove c’è stato il primo passaggio sulla linea del traguardo.
Quindi le salite del gran finale della Veneto Classic
La Rosina, il pavé di La Tisa (330 metri con pendenze al 15-20%). Raggiunti i fuggitivi. Poi l’allungo di un terzetto tutto italiano: Trentin, Battistella, Verza. A 32 km Trentin e Battistella aprono il gas e se ne vanno. Ma a 21,5 km dall’arrivo Trentin cade, si riprende, cambia bici e resta in gara.
Quindi picchiata su Marostica (provincia di Vicenza,altopiano di Asiago), città famosa in tutto il mondo per la partita a scacchi con personaggi viventi nel bel mezzo della piazza cittadina. E qui è cominciata la lotta su un circuito inedito, ripetuto tre volte.
Una discesa e uno strappeto di 400 metri . Ultimo scollinamento a 6 km dalla linea del traguardo di Bassano che custodisce i capolavori del grande architetto del Rinascimento Andrea Palladio e del pittore del Cinquecento Jacopo Bassano , alfiere del dipinto “ biblico-pastorale “ e che sapeva riprendere lo stile illuministico del Tintoretto.
Molti i corridori di buona gamba . L’Astana ha schierato un gruppo ambizioso con il russo Lutsenko e gli italiani Battistella, Davide Martinelli. Ed ha fatto centro. La UAE con i big Davide Formolo, Matteo Trentin ( sfortunato) Diego Ulissi. La Cofidis con Guillame Martin, Rochas, Haas. Bene i tre italiani nella fuga di giornata: Burchio, Bevilacqua, Zurlo e l’effervescente Riccardo Verza ( primo inseguitore ). Corsa a dir poco spettacolare. La stagione su strada non poteva avere una conclusione migliore.