Vittoria Bussi, dottore a Oxford, prima donna a battere il record dell’ora: tutto da sola, per la Federazione parole durissime

Vittoria Bussi, romana, dottore in matematica a Oxford, prima donna a battere il record dell’ora: tutto da sola, per la Federazione parole durissime

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 15 Ottobre 2023 - 18:23 OLTRE 6 MESI FA
Vittoria Bussi, dottore a Oxford, prima donna a battere il record dell’ora: tutto da sola, per la Federazione parole durissime

Vittoria Bussi, dottore a Oxford, prima donna a battere il record dell’ora: tutto da sola, per la Federazione parole durissime

Vittoria Bussi, romana, è stata la prima donna a infrangere il muro dei 50 km, il record dell’ora. È anche dottore di ricerca in Matematica a Oxford, una bella congiunzione.

Vittoria Bussi, 36 anni, venerdi scorso in Messico non si è limitata a riprendersi il record dell’ora ma è diventata la prima donna al mondo a demolire il muro dei 50 km (50,267), 39 anni dopo che nel 1984 tra gli uomini c’era riuscito Francesco Moser.

Non solo: Vittoria ha superato addirittura il mito Eddy Mercks, il Cannibale, che il 25 ottobre di 51 anni fa era arrivato a 49,432 km.

Vittoria Bussi venerdì scorso lo ha messo alle spalle di ben 835 metri dalla fine della sua fatica. È il caso di ricordare che il primo uomo a infrangere il muro dei 50 km è stato Francesco Moser il 19 gennaio 1984 .quando suo progetto.

L’Italia ha centrato la doppietta storica con Filippo Ganna e Vittoria Bussi oggi detentori al maschile e al femminile del primato più iconico.
Cosimo Cito ha ricordato su Repubblica che 

Bussi non ha un team, non corre su strada e per imitare Filippo Ganna e «battere la Vittoria del 2018», ha dovuto raccogliere con il crowdfunding una cifra minima, 12 mila euro, per poter mettere in piedi una piccola équipe, un allenatore, un massaggiatore, un fisioterapista, la bici e i materiali.

Vittoria Bussi, ha ricordato Cito, ha anche conseguito un dottorato di ricerca in Matematica a Oxford.

QUando le è stato fatto presente, ha risposto con semplicità: “È una prestazione che si può mettere giù con formule matematiche”.

Domanda desolante: la Federazione l’ha sostenuta? Risposta: “No, zero. Mi sarebbe piaciuto avere, se non un supporto economico, almeno un sostegno morale. Far parte della nazionale dà opportunità di crescita, da soli è molto più dura. Posso però essere orgogliosa: non ho mai saputo dire “sissignore” a cose che non mi sembravano giuste. Mai stata interessata a star simpatica a qualcuno”.