Russia: Re Banana sconvolge il balletto e strappa due stelle del Bolshoi

ROMA – In Russia lo chiamano Re Banana il magnate della frutta che è riuscito a strappare le due stelle luminose del Bolshoi di Mosca per il suo di teatro, il di gran lunga meno famoso Mikhailovsky di San Pietroburgo. Vladimir Kehkhman ha appena provocato un terremoto nel mondo del balletto: per risollevare le sorti del teatro e riportarlo agli splendori architettonici pre-rivoluzionari non ha badato a spese. “Ho speso 40 milioni di dollari” correggendo i giornali che ne accreditavano solo 20. Correzione che per il suo soprannome non si è sentito di fare, anzi. Ne è talmente fiero che si autonominato “Imperatore banana”. Un po’ come il Berlusconi che rubava le vedettes della grande Radiotelevisione Italiana per farle trasferire all’allora poco più che amatoriale Canale 5

Il 14 novembre sarà una data indimenticabile per la danza. Nella settimana in cui il Bolshoi ha finalmente riaperto i battenti e alla vigila della prima de La bella addormentata di Tchaikovsky, Natalia Osipova e Ivan Vasiliev annunciano le loro dimissioni. Ora, che qualcuno decidesse di lasciare il Bolshoi semplicemente non si era mai sentito, non esiste. Miracolo del Re Banana. Cui lo stato ha affidato il ruolo di manager del Mikhailovsky con il magro curriculum di gestore di un jazz club. La musica è una sua passione: il clarinetto lo suona da quando era un ragazzino e il club lo aprì con l’unico scopo di poter disporre finalmente di un locale dove ascoltare la sua musica preferita.

Lo schock a Mosca sui media è stato grande. Andarsene dal Bolshoi era concepibile solo a patto di lasciare per sempre l’Unione Sovietica. Dalla caduta dell’Urss al Bolshoi ci si arriva o si è mandati via, non esistono altre opzioni. Comunque l’uomo di Samara ha speso i suoi milioni non per l’ultimo modello di yacht o per l’ennesimo football club: il rapace magnate della frutta è diventato un benefattore. Che si limiti a questo però, non come quando cercò di accelerare i passi in paio di intermezzi del Lago dei Cigni. Un po’ come Berlusconi con i suoi allenatori del Milan.

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