Boom di minori profughi da Albania a Faenza: scoperta truffa

FAENZA (RAVENNA) – Si consegnavano alle forze dell’ordine dicendo di essere clandestini e senza documenti. Ma si trattava solo di un escamotage per sfruttare norme comunali in base alle quali viene fornito ai minorenni abbandonati vitto e alloggio gratuito, oltre all’iscrizione a corsi di formazione professionale. Il tutto mirato alla regolarizzazione attraverso richiesta di rilascio di un permesso di soggiorno. Un sistema ben collaudato del quale avrebbero beneficiato diversi minorenni albanesi inviati apposta a Faenza, nel Ravennate. Tutto scoperto grazie a un’indagine del locale Commissariato di polizia condotta in collaborazione con la Polfer.

Le verifiche erano partite proprio in ragione dell’alto numero di minorenni senza famiglia giunti nell’ultimo anno a Faenza dall’Albania. Si trattava per lo più  di giovani di 16-17 anni che in realtà transitavano in provincia di Pistoia (Montecatini Terme e Pescia) prima di arrivare a destinazione. Nel solo 2012 sono almeno una ventina i minori albanesi consegnatisi alla polizia di Faenza, con un esborso per l’erario locale di circa 400 mila euro. Tutti quelli ascoltati finora, hanno riferito di essere arrivati in Italia attraverso frontiere di vario tipo (Bari, Brindisi, Trieste, Bologna e Pisa) e, tramite autisti di camion o il treno, di essere casualmente giunti a Faenza.

Una versione che ha fatto pensare a un progetto preciso per indirizzare i minori proprio verso il Comune romagnolo. Dall’inizio dell’estate le denunce, sia di minori che non erano affatto abbandonati che di maggiorenni che li avevano accompagnati in Commissariato, sono state in totale otto. Per tutti le ipotesi di reato sono di truffa e false attestazioni.

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