ROMA, 07 SET – La crisi non intacca l'appeal del biologico che guadagna il 13% nei primi 6 mesi dell'anno e il mondo produttivo si adegua: diminuisce del 3,3% il numero dei bioagricoltori ma aumenta la superficie dedicata. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori alla vigilia del 'Sana', il 23° Salone internazionale del naturale che si terrà a Bologna dall'8 settembre.
Da moda passeggera, il biologico è diventata una vera e propria abitudine di spesa, osservano la Cia e la sua associazione per il biologico Anobio: tra gennaio e aprile gli acquisti bio crescono del 14,6% nei supermercati, dell'11,8% negli ipermercati e del 16,1% nei discount, rubando quote di mercato alle botteghe di quartiere e ai negozi tradizionali, che perdono il 46,9% rispetto allo stesso periodo del 2010.
A trainarne la spesa, prosegue la Cia, sono sempre pasta e riso (+32,9%), latte e formaggi (+20,4%) in particolare mozzarelle (+82,7%), biscotti e dolciumi (+15,4%) e uova (+13,4%).
Un record a cui il mondo produttivo ha saputo adeguarsi: i bioagricoltori sono diventati 41.807 contro i 43.230 dell'anno precedente e la superficie totale dedicata 1.113.742 ettari rispetto ai 1.106.684 del 2009, mentre quella media aziendale raggiunge i 26,6 ettari per azienda (+3,9%).
Si tratta di una scrematura naturale, precisa l'associazione, che ha coinvolto sopratutto le imprese di piccolissime dimensioni e le aziende meno strutturate, con una conseguente ristrutturazione del sistema in direzione di un superamento del fenomeno della polverizzazione.
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