Una lezione di politica ai partiti dellla sinistra italiana viene dalla sinistra americana, guidata in questo momento dal loro mito Barack Obama.
Obama è di estrazione popolare, anzi, peggio, perché è mezzo nero. Questo vuolo dire che sente e ha sentito sulla sua pelle sempre i problemi della povera gente, che poi costituisce uno strato importante, se non il più importante, dell’elettorato.
Trovare nei dirigenti della sinistra italiana qualcuno che non sia di estrazione borghese è molto difficile se non impossibile. Precisiamo: è di estrazione borghese anche uno come Massimo D’Alema, il cui padre era indubbiamente comunista, ma altrettanto indubbiamente senatore. L’appartenenza a una classe non dipende dalle idee ma dalla nascita, dal censo, dalla cultura e dallo stile di vita.
Questo spiega l’imperdonabile gaffe del ministro dell’economia dell’allora governo Prodi, Tommaso Padoa Schioppa quando disse che “pagare le tasse è bello” e spiega ma non giustifica l’azione di odio portata avanti dal suo collega Vincenzo Visco, quintessenza del feroce comunista quando disse, in una intervista al Sole 24 Ore, che non è giusto che “un amministratore delegato guadagni più di un ministro”, cioè di lui stesso Visco. Povero Visco, e dire che aveva cominciato bene, durante il suo primo passaggio alle Finanze, quando aveva ridotto l’aliquota marginale di quattro punti: viene il dubbio che glielo avessero fatto fare senza che se ne accorgesse.
Questo spiega anche perché la sinistra perde terreno al nord. A Milano, un paio di secoli fa, esattamente il 20 aprile 1814, il ministro delle finanze Giuseppe Prina, che aveva tosato i lombardi per conto di Napoleone, venne linciato, dopo essere stato gettato nudo dalla finestra, dai buoni milanesi, che gli impedirono perfino di confessarsi con un prete accorso per l’estremo conforto.
Solo ora, con una vocina esile esile, indice di un animo contorto e conturbato, la Cgil ha chiesto di ridurre le imposte sui redditi più bassi. Peccato che il più grande sindacato italiano si sia svegliato dal lungo letargo troppo tardi, quando al governo ci sono partiti che, per servire il propri elettori, semmai le imposte le riducono sui redditi più alti.
Vediamo in America. Obama ha subito ridotto il carico fiscale per i ceti medi, il cui voti fanno la differenza in ogni elezione, là come qua. Poi è anche successo che Paul Volcker, che fu governatore della Banca centrale, la Fed, ai tempi di Carter e Reagan e che Obama ha ripescato per dare un tocco di continuità col passato alla sua politica economica decisamente di sinistra, ne abbia detto una di troppo.
Volcker infatti ha auspicato di introdurre anche in America l’Iva, sul modello europeo. Ora leggete questa notizia dell’agenzia di stampa Ansa, che riportiamo integralmente e capirete la differenza tra un governo di vera sinistra in un paese democratico, capitalista, all’inizio del terzo millennio, e quei poveretti che in questo momento guidano la sinistra in Italia:
“Paul Volcker non parlava a voce dell’amministrazione. Il presidente non ha proposto questa idea, che non è neanche allo studio”. Così la Casa Bianca prende le distanze dall’advisor economico del presidente Barack Obama, secondo il quale per tenere sotto controllo il deficit potrebbe un giorno esserci bisogno di tasse più elevate. Volcker ha ipotizzato l’introduzione di una tassa sul valore aggiunto (iva) sul modello europeo anche per gli Stati Uniti. “Il presidente – aggiunge la Casa Bianca – ha approvato uno storico taglio delle tasse per la classe media e non propone di ridurre il deficit a spese delle famiglie della classe media”.
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