Elio Germano inaugura il Quirinetta a Roma

Pubblicato il 7 Dicembre 2011 - 15:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dopo aver fatto in pochi mesi il pieno dei piu' prestigiosi premi cinematografici come miglior attore – dal Festival di Cannes, al Nastro d'Argento, al David di Donatello – Elio Germano, classe 1980 ha sentito giustamente la necessita' di concedersi un impegno teatrale.

Ed eccolo solo in scena a monologare per un'ora e un quarto sul palcoscenico nuovo di zecca del Teatro Quirinetta, inaugurando cosi' una sala rilanciata e nuova vita dalla coppia imprenditoriale formata da Geppy Gleyeses e Willer Bordon.

Il testo scelto da Germano per il suo tuffo nel teatro si intitola ''Thom Pain (basato sul niente)'' del drammaturgo americano pluripremiato Will Eno, dove quel sottotitolo ''basato sul nulla'' e' l'espressione piu' calzante e sincera che si possa immaginare per un lungo monologo senza capo ne' coda e soprattutto senza neanche un vero personaggio in scena.

Si comincia con qualche minuto di buio, mentre l'attore tranquillizza il pubblico sulla bellezza di stare tutti senza luce. Poi si accende uno ed un solo riflettore, che illumina una sedia vuota ed una bottiglia d'acqua. L'attore e' vestito con elegante trasandatezza (ricorda un po' il primo Roberto Benigni): completo blu stazzonato, camicia bianca senza cravatta, l'aria di uno che ha dormito vestito. Nulla che faccia capire chi abbiamo davanti, non un briciolo di biografia del personaggio, ne' un indizio per capire chi e' Thom Pain.

C'e' solo un torrente di chiacchiere, che spazia nell'universo intero e tocca via via l'amore e il sesso, l'amicizia e le donne, i perche' della vita e qualche buona ragione per vivere. Il tutto in un flusso costante di parole, nel tentativo (riuscito) di agganciare l'attenzione della platea, di creare un filo di attenzione e di partecipazione.

I momenti piu' divertenti sono infatti quelli in cui Germano-Thom Pain si rivolge direttamente agli spettatori, chiedendo di intervenire, di rispondere alle sue provocazioni, di prendere posizioni. Seguendo lo spettacolo si capisce come un attore fuori dalle accademie sia affascinato da un testo simile: perche' gli permette di fare qualsiasi cosa, di entrare e uscire dalla finzione, di arricchire di divagazioni ogni pagina del testo.