Decreto Bondi, teatri chiusi per protesta contro i tagli alle fondazioni liriche

Teatro la Scala a Milano

Contro i tagli alle fondazioni liriche del decreto Bondi scendono in piazza musicisti e ballerini. Domani, 22 giugno, resteranno chiusi molti teatri italiani per protesta.

Il provvedimento, già licenziato dal Senato, si avvia a ricevere l’approvazione della commissione Cultura della Camera che oggi ha bocciato tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni. L’appuntamento centrale sarà a Roma, con un presidio sotto il ministero dei Beni culturali, previsto per il primo pomeriggio.

I teatranti volevano manifestare in piazza Montecitorio, ma l’autorizzazione non è arrivata e allora si ripiega sullo slargo del Collegio Romano – dove ha sede il dicastero guidato da Bondi – che poi è a pochi passi dalla Camera. Niente strumenti al collo questa volta e niente cori, anticipa la vice segretaria provinciale della Fials Lorella Pieralli, “per noi è una giornata di lutto, non vogliamo in nessuno modo che si pensi ad una festa”. Dalla Cgil il tono è analogo: si comincia con lo sciopero di domani, avverte Silvano Conti, ma se il decreto verrà approvato in via definitiva anche dalla Camera, “la mobilitazione continuerà e sarà intensificata”. Ci saranno scioperi ripetuti, annuncia il sindacalista, ricordando le decisioni prese qualche giorno fa dal comitato unitario. In pericolo le manifestazioni più popolari e gettonate, quelle della stagione estiva delle Arene, da Verona a Caracalla, e poi S. Cecilia, il S. Carlo di Napoli. Insomma la protesta non si fermerà, anzi alzerà il tiro tanto da compromettere, minacciano i sindacalisti, “le intere programmazioni estive”.

Intanto domani salterà una recita della Manon al teatro dell’Opera di Roma e anche al Regio di Torino non andrà in scena il Manfred di Robert Schumann. A Genova, invece, i lavoratori del Carlo Felice devolveranno gli stipendi della giornata di domani, ultima replica della Tosca, in favore dell’ospedale pediatrico Gaslini.

“Per la nostra particolare situazione economica, per il fatto che siamo senza un sovrintendente, per non dare un disservizio al pubblico e in ragione del fatto che siamo di fronte a un nuovo inizio con un nuovo consiglio di amministrazione”, spiega Francesco Grillo, responsabile della sicurezza del teatro e rappresentante sindacale Fistel Cisl, “abbiamo deciso di non prendere parte alla manifestazione a Roma, ma di lavorare e devolvere gli stipendi in favore dell’ospedale pediatrico”. Anche alla Fenice di Venezia faranno uno sciopero alternativo, aprendo le porte al pubblico gratis, nel pomeriggio, in occasione della prova generale dell’opera di Benjamin Britten ‘The Turn of the Screw’ (la prima è in programma il 25 giugno). A Milano davanti alla Scala proseguono la protesta e il presidio. Lo sciopero qui farà saltare stasera la ‘seconda’ del Faust di Gounod e i lavoratori si sono riuniti in assemblea per decidere quali altre forme di protesta attuare nei prossimi giorni. a Firenze, invece, si deciderà solo nella tarda serata di oggi, dopo le prove generali, se far saltare domani l’attesissimo concerto di chiusura del Maggio.

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