Tangenti nella sanità lombarda, indagato il capo ufficio stampa dell’assessore Bresciani

Jacopo Matano*
Pubblicato il 2 Dicembre 2010 - 02:00 OLTRE 6 MESI FA

C’è anche Simone Rasetti nel registro del pm milanese Fabio De Pasquale. Il nome del giornalista, responsabile dell’ ufficio stampa dell’assessore leghista (e medico personale di Umberto Bossi) Luciano Bresciani, è infatti finito nell’inchiesta lombarda sull’appalto di “Tele Ospedale”, il progetto di comunicazione per i televisori degli ospedali della regione sul quale la procura sta indagando per un giro di tangenti.

L'assessore Luciano Bresciani. Il suo capo ufficio stampa è indagato per corruzione

L’inchiesta è partita nel 2009 grazie alla segnalazione del capogruppo della Lega in consiglio regionale Stefano Galli. Il politico ha raccontato ai pm di aver ricevuto un’offerta in denaro da parte di Alberto Uva, consulente dell’ex guardasigilli Castelli e promotore di “Tele Ospedale”, allo scopo di “oliare le ruote” per il percorso del progetto: la tangente – 15 mila euro – avrebbe rappresentato l’anticipo di una somma più consistente da versare in seguito.

Oltre a Rasetti, nei confronti del quale i pm procedono per corruzione, e Uva, iscritto nel registro per lo stesso reato e per la turbativa d’asta, sono sotto indagine anche Bruno della Negra, titolare della concessionaria pubblicitaria Multimedia Hospital e alcuni manager delle aziende ospedaliere lombarde. «Ho come sempre fiducia nella magistratura che farà il suo dovere», ha detto Rasetti. Il suo legale Attilio Fontana, sindaco di Varese, ha contestato la procedura adottata dai magistrati. «Nell’atto d’accusa – ha spiegato Fontana – si parla di corruzione ma non viene indicata una cifra e anzi non si fa nemmeno riferimento ad alcun passaggio di denaro».

*Scuola di giornalismo Luiss