Fondazioni liriche. Il Carlo Felice dice “no” alla cassintegrazione, al via sciopero della fame

Sciopero della fame, a partire da lunedì 27 settembre, per tre dipendenti dipendenti della Fondazione Teatro Carlo Felice. Si tratta di Claudio Binetti, corno inglese, Paolo Zaccarini, contrabbasso e Ignazia Campese della biglietteria. La decisione è stata presa fra le forme di protesta che in queste settimane i lavoratori del Teatro stanno organizzando per rispondere alla decisione della direzione di ricorrere alla cassa integrazione in deroga per superare la crisi finanziaria abbattutasi sulla Fondazione.  In pericolo è la stessa sopravvivenza del Carlo Felice.

Consiglio d’amministrazione e sindacati sono su posizioni nettamente contrapposte: per il consiglio il ricorso alla cassaintegrazione, concessa in deroga dalla Regione, è un passo obbligato per sopperire alla mancanza di liquidità e conseguente impossibilità di pagare gli stipendi già di settembre, risparmiare in questo fine anno e poter ripartire nel 2011 con un piano di rilancio. Per i sindacati la proposta è inaccettabile non essendo stato chiarito un effettivo piano di rilancio del teatro.

Si è creato quindi uno stallo che rischia di far precipitare la situazione del Carlo Felice, tanto da poter presagire un fallimento. ”Andremo avanti a oltranza – spiega Claudio Binetti, uno dei musicisti più raffinati e preparati del complesso orchestrale genovese – questa notte dormiremo in teatro, da domani sarà allestito un gazebo davanti al pronao. Se si renderà necessario, qualcuno ci darà il cambio piu’ avanti”.

E’ il secondo sciopero della fame organizzato dai dipendenti del Carlo Felice dopo quello della primavera 2009, deciso per contrastare il rischio fallimento determinato dalla crisi del Fondo Pensioni. Allora furono Comune e Regione, con tre milioni di euro ciascuno, a scongiurare la chiusura del Teatro. Oggi anche gli enti locali sono nella impossibilità di far fronte ad una nuova grave emergenza. Intanto la trattativa tra le parti potrebbe riprendere, forse, mercoledì. Il direttore di staff Renzo Fossati ha infatti convocato i sindacati. Una riapertura del dialogo potrebbe scongiurare la chiusura.

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