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Tricase (Lecce): la figlia di Totò Riina accusata di frode informatica

di Sandro |1 Dicembre 2010 17:00

Maria Concetta Riina, figlia del noto capomafia

«Che Maria Concetta Riina sia la figlia del noto capomafia poco importa, l’unica cosa che mi interessa è che sul conto corrente postale di questa persona, come emerge dalle indagini, siano finiti duemila euro spariti dal conto bancario del mio assistito». Lo dichiara Martino Carluccio, avvocato di don Luca, sacerdote di una parrocchia del Basso Salento, cui Maria Concetta Riina, figlia 35enne del noto boss, avrebbe rubato un’ingente somma di denaro, destinata al sostentamento del clero della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, dirottandola a una filiale delle poste di Palermo. Con l’accusa di frode informatica, la donna è stata rinviata a giudizio dal giudice del Tribunale di Tricase (Lecce), Annalisa De Benedictis. Il processo si terrà il prossimo 2 febbraio.

Secondo l’ipotesi accusatoria, sostenuta dal pubblico ministero Maria Cristina Rizzo, la donna avrebbe sottratto al sacerdote una cifra vicina ai duemila euro, riuscendo «mediante raggiri e artefici» a ottenere username e password del conto on-line del prete e dirottando poi quel denaro su un altro conto corrente, intestato stavolta a suo nome e aperto presso le Poste di Palermo. Accortosi dell’ammanco e dello strano bonifico, don Luca ha sporto denuncia ai carabinieri. Le successive indagini, grazie anche all’ausilio della polizia scientifica, hanno permesso di risalire al destinatario del versamento e di perseguire così la figlia di Totò Riina. La donna, però, ha sempre sostenuto di essere estranea ai fatti e di essere non artefice ma vittima di un raggiro. Don Luca, dal canto suo, attende ancora che quei soldi gli vengano restituiti e nel frattempo ha deciso di costituirsi parte civile.

* Scuola di Giornalismo Luiss

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