Trieste, successo per la prima nazionale di “Neckropola”

Un silenzio quasi religioso sfociato poi in un prolungato applauso: Trieste ha accolto così la prima nazionale di ‘Neckropola’, il testo teatrale di Boris Kobal tratto dal bestseller ‘Necropoli’ di Boris Pahor, autore italiano di lingua slovena, andato in scena oggi, al teatro Verdi, in prima assoluta in Italia dopo l’esordio di Lubiana la scorsa estate.

E’ stata una serata all’insegna dell’amicizia italo-slovena: due ministri della vicina Repubblica e il presidente del Parlamento, infatti, sono intervenuti alla serata di gala alla quale hanno partecipato anche i sindaci di Trieste, Roberto Dipiazza, e di Lubiana, Zoran Jankovic, promotori dell’evento.

E Pahor, al termine dello spettacolo, ha voluto ringraziare tutti non senza una certa emozione. I protagonisti infatti hanno recitato in sloveno, una lingua che all’inizio del secolo il fascismo nascente osteggiò in tutti i modi al confine Orientale e che fino a qualche stagione fa era ancora improponibile in uno spettacolo ufficiale a Trieste.

”Il Novecento è definitivamente alle nostre spalle – ha detto il sindaco Dipiazza – e anche con queste iniziative culturali vogliamo offrire nuove prospettive alle giovani generazioni, per nuovi scambi, nuove opportunità di sviluppo”. La tragicità della vita (non vita) nei lager nazisti è stata ben espressa da Pavle Ravnohrib (il signor P) che ha ripercorso le ‘tappe’ del Pahor ‘pellegrino’ sui luoghi della memoria. Katarina Kobal, accompagnata al pianoforte da Miha Nagode, ha impreziosito il racconto con le note di ‘Vocalise’ di Sergei Rachmaninov rendendo il tutto piu’ triste e drammatico.

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