“1992”: Sky su “Mani Pulite”. Dopo Gomorra la serie sulla nostra storia

"1992". Sky mani pulite. Dopo Gomorra la serie sulla nostra storia
“1992”. Sky mani pulite. Dopo Gomorra la serie sulla nostra storia

ROMA – Anno 1992, al Tg1 il 19 febbraio l’anchor man del Tg1 Piero Badaloni annuncia l’arresto dell’ingegner Mario Chiesa. Questo l’inizio dell‘inchiesta Mani Pulite, che ha dato il via a Tangentopoli. Un incipit però che è anche quello della nuova serie televisiva di Sky dal titolo 1992, in cui 6 italiani raccontano la loro vita durante Tangentopoli.

Dopo Gomorra Sky torna a scegliere una serie televisiva per raccontare la nostra storia. Una serie di 10 puntate ideata da Stefano Accorsi, attore e protagonista.

Andrea Balzanetti sul Corriere della Sera scrive:

“Inizia così «1992», la fiction in 10 puntate prodotta dalla Wildside di Lorenzo Mieli («In treatment» e il film di Pif «La mafia uccide solo d’estate»), in arrivo su Sky a fine marzo, diretta da Giuseppe Gagliardi («Tatanka»). È nata da una idea di Stefano Accorsi, che ne è il protagonista.

Tra pochi giorni aprirà – prima volta per un prodotto tv italiano – il Festival del Cinema di Berlino. Ed è attesissima. Perché, sia pure in modo indiretto, cioè attraverso i cambiamenti che i fatti del 1992 causano nella vita quotidiana di sei «persone comuni», è la prima storia televisiva ad affrontare le vicende che 23 anni fa sconvolsero il Paese e spazzarono via una intera classe politica, sostituita da uomini e movimenti nuovi”.

La serie mostra la nascita di Forza Italia,

“di cui si immagina l’avvio nei corridoi e nelle stanze della Publitalia di Marcello Dell’Utri (interpretato da Fabrizio Contri), proprio come fu nella realtà – di un nuovo equilibrio che riporti il Paese allo sviluppo mentre Mani pulite fa crollare i vecchi riferimenti politici”.

E ancora i processi, i politici e tutta la vita dell’epoca, ma non si tratta di un docu-film:

“Riuscendo finalmente a sbirciarla , si ha la conferma innanzi tutto che non si tratta affatto di un film documento, bensì di una storia di fantasia e di un affresco d’epoca. In cui, accanto a una ricostruzione di gusti, colori, abiti, stili di vita di quegli anni di crisi, in cui si diffondono i primi cellulari Motorola e le ragazzine impazziscono per «Non è la Rai», c’è spazio anche per protagonisti e «vittime» che il 1992 portò alla ribalta.

Dal punto di vista televisivo la novità, e il coraggio, sono proprio nella scelta – finora inedita – di far interagire personaggi immaginari con i protagonisti della cronaca chiamando questi ultimi con i loro nomi, senza la scorciatoia dei cognomi di fantasia”.

Personaggi dunque di fantasia che vengono dalla vita reale:

“Si scopre anche che i sei personaggi al centro della storia non sono poi lontani dalle vicende di Tangentopoli. In una Milano non più «da bere» per i morsi della crisi («gli anni ’80 – dice ai venditori di Publitalia Leonardo Notte/Accorsi, cinico ex autonomo in fuga da un passato ambiguo, ora pubblicitario di successo e come tale ingaggiato da Publitalia – sono finiti. Ci siamo divertiti. E siamo andati a letto tardi»), si muovono due poliziotti, Luca (Domenico Diele) e Rocco (Alessandro Roja).

Poi Bibi (Tea Falco), figlia viziata di un industriale, e Veronica (Miriam Leone), pronta a tutto per un ruolo da star in tv. Pietro (Guido Caprino) è un ex militare «scoppiato», cooptato per caso nel tumultuoso affermarsi leghista e poi in Parlamento, tra ristoranti vietati perché simboli di «Roma Ladrona» e le lezioni di realpolitik di un notabile democristiano in chiave House of Cards”.

 

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