ROMA – Antonio Ricci, nel corso di un’intervista al Corriere della sera, ha parlato di Achille Lauro e del suo orientamento sessuale, definendolo poco sincero.
“Non lo trovo sincero. Penso sia un ottimo prodotto di marketing, un perfetto indossatore per Gucci.
Per fare il trapper raccontava nelle interviste di essere cresciuto nella miseria, tra droga e carcere.
Appena arrivato al Festival di Sanremo, per allargare il suo pubblico, ha spacciato la sua canzone sulla droga Rolls Royce come se fosse la rilettura della Balilla di Giorgio Gaber”.
Ricci continua l’attacco nei confronti di Achille Lauro, dopo la polemica innescata lo scorso anno da Striscia la Notizia sulla canzone Rolls Royce.
“Abbiamo avuto cantanti e poeti che hanno apertamente scritto opere sull’argomento droga, sinceramente e senza problemi.
Lui, appena annusato l’odore del quattrino, si è genuflesso a Gigi Marzullo. Un vero “maledetto” doc.
È riuscito a sostenere che il suo album “Dio c’è” sia una riflessione religiosa, quando invece è l’acronimo di DrogaInOfferta CostiEconomici.
Ha ricevuto pure il plauso dell’Avvenire. Quest’anno è venuto fuori che suo padre è un magistrato di Cassazione e che andavano in vacanza a Cortina.
Non vorrei offendere, ma, secondo me, è assolutamente etero, fa finta di essere trisessuale solo per essere più trendy”.
Antonio Ricci: “Pippo Baudo sputava in faccia ai collaboratori che sbagliavano”
Sempre nel corso della stessa intervista, Antonio Ricci, ha rivelato un particolare su Pippo Baudo.
“Pippo era un uomo potentissimo, il vero e malvagio segretario della Dc.
È notorio che Baudo sputasse in faccia ai collaboratori che secondo lui sbagliavano.
Vigeva la diarchia: sul primo canale, Pippo, democristiano; sul secondo Renzo Arbore, socialista.
Due pilastri, nati a un anno di distanza. Ma Baudo già a 40 anni era considerato un vecchio arnese, Arbore a 84 anni è ritenuto un giovanotto”. (fonte CORRIERE DELLA SERA)