Adrian, Celentano spiazza ancora: solo voce sul palco, poi appare e sta zitto. Una frase sessista indigna il web Adrian, Celentano spiazza ancora: solo voce sul palco, poi appare e sta zitto. Una frase sessista indigna il web

Adrian, Celentano spiazza ancora: solo voce sul palco, poi appare e sta zitto. Una frase sessista indigna il web

Adrian, Celentano spiazza ancora: solo voce sul palco, poi appare e sta zitto. Una frase sessista indigna il web
Adrian, Celentano spiazza ancora: solo voce sul palco, poi appare e sta zitto. Una frase sessista indigna il web

ROMA – “Padre, chiedo perdono perché ho illuso Canale 5”. Così Adriano Celentano è tornato in scena col suo Adrian, la serie animata disegnata da Milo Manara. Questa volta soltanto in versione voce: nell’anteprima live che precede la messa in onda del cartoon il Molleggiato non si è fatto vedere e nascosto in un confessionale, ha detto i suoi peccati a Padre Nino Frassica.

“Ho peccato, padre – spiega Celentano – perché ho lasciato illudere Canale 5 che avrei partecipato fisicamente alla spettacolo, ma non potevo perché dovevo seguire Adrian. Chi è? La mia anima”. “Ma lei ha detto che sarebbe stato fisicamente in onda?”, chiede il confessore. E Celentano: “Ho detto che avrei potuto esserci o non esserci…”. “Questo è il problema”. Ha peccato, dunque, argomenta Frassica, di “taciturnità molesta”. “E’ così grave?”, chiede Celentano. “Non ti posso assolvere, perché sono un prete Rai, ci vuole un prete Mediaset”, gli fa notare Frassica. La replica: “E dove lo trovo un prete Mediaset? I preti sono tutti Rai. Ci vorrebbe una confessione a reti unificate. Ma siamo già a reti unificate: quello che fa la Rai, lo fa Mediaset. Quello che fa Mediaset, poi lo fa doppio la Rai”. “Ego te absolvo – conclude Frassica – nel nome del padre, del Silvio e del santissimo ascolto. Devi recitare tre ave Maria, sette Padri nostri e due cd”.

Dopo un debutto da 6 milioni di spettatori, la seconda serata dello spettacolo evento ancora una volta spiazza il pubblico. Sul palco del teatro Camploy di Verona, dove va in scena l’anteprima live, ha fatto irruzione anche l’attualità con la satira di Giovanni Storti, del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. Il comico scherza sui “porti chiusi”, la “mania della sicurezza”, la “voglia di difendersi con la pistola sul comodino”, la convinzione che gli altri “si sono fatti furbi”, l’idea che “se non si blindano anche le finestre, i negri, gli zingari, te li trovi dentro il letto”. 

Poi Celentano è riapparso in carne e ossa, gilet, occhiali scuri, il Financial Times arrotolato tra le mani, ma è rimasto muto: la performance è una delle sue leggendarie pause. “Prende pure un sacco di soldi di Siae, perché sta pausa qua l’ha scritta lui”, chiosa Natalino Balasso, in scena anche stasera nei panni del clochard. Ma l’affondo satirico contro le politiche del governo gialloverde spetta a Storti. “Chi comanda qui? Cos’è questa cosa che galleggia?”, chiede a Frassica e Francesco Scali, i frati impegnati nella selezione degli aspiranti migranti verso un mondo nuovo, indicando l’imbarcazione sullo sfondo della scenografia.

“E’ un’arca – risponde Scali – che serve per imbarcare persone piene di speranze, in cerca di un mondo più bello”. “Ma qui non si può più attraccare – risponde Storti – i porti italiani sono chiusi, non possono entrare neanche i pescherecci con i pesci, quelli lì si sono fatti furbi, uno si è travestito da tonno per cercare di passare, ma poi aveva la valigia e lo hanno beccato”.

“Ma lei si sbaglia – lo incalza Scali – quelli non è che arrivano, partono”. “E allora – replica Storti – facciamoli partire, almeno qualche appartamento sfitto salta fuori”. Tra un riferimento a “quota 100” e al “reddito di cittadinanza”, Storti graffia di nuovo sulla mania per la sicurezza: “La porta blindata è inutile, devi blindare anche le finestre altrimenti te li trovi dentro i letti, gli zingari, i negri”. E ancora, rivolto a Balasso, “un po’ di sicurezza ci vuole: sai qual è la vera problematica? Non c’è la certezza della pena”.

“Eppure – sottolinea Balasso – l’Italia paga multe salatissime perché le galere sono sovraffollate”. “E’ questione di organizzazione: io ho uno giù in cantina che in 4 metri quadri tiene dentro 38 cinesi, ha pure i water a castello”.

Non sono mancate le solite reazioni sui social, anche sul cartoon, ambientato nel 2068, in un futuro distopico in cui l’orologiaio Adrian con la bella Gilda, una giovane e procace Claudia Mori, tra sesso e complicità, lotta contro i guardiani del potere corrotto, in particolare, gli occhialuti e nerboruti Orso e Carbone, che vogliono tutti omologati.

Nel mirino dei telespettatori il volume degli spot, ma anche il ritmo, i buchi nella trama, le scene ad alto tasso erotico che qualcuno considera eccessive per il prime time. E poi una frase sessista, quando due ragazze vengono aggredite da un gruppo di malviventi e Adrian, mascherato da giustiziere Volpe, le salva afferma: “Se aveste bevuto qualche bicchiere di meno avreste evitato l’approccio con dei tipi poco raccomandabili”. Parole che hanno indignato il web per il messaggio giudicato sessista. 

Ma c’è anche chi parla di “genio”, chi apprezza l’audacia, chi semplicemente riconosce che ancora una volta Celentano è riuscito a creare l’evento, anche soltanto con l’attesa, e dunque “ha vinto lui”.

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