ROMA – Alberto Angela icona gay e oggetto del desiderio? Ebbene sì: il figlio di Piero Angela, conduttore di programmi scientifici culto come Passaggio a Nord Ovest e Ulisse, il piacere della scoperta, pare piacere non solo per la sua capacità di divulgare cotanta scienza con parole semplici e senza sicumera, ma anche per il suo coté umano, più che professionale. Tanto che mentre andava in onda, mercoledì scorso, il suo ultimo programma “Stanotte al museo egizio”, su Rai Tre, su twitter impazzavano battute e, soprattutto, apprezzamenti, anche un po’ volgari, sottolinea Domenico Naso sul Fatto Quotidiano.
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Del resto a Piero Angela manca ben poco. Figlio di Piero Angela, decano della televisione italiana, non ha certo dormito sugli allori del papà. Come ricorda Naso sul Fatto Quotidiano, si è laureato in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con il massimo dei voti, ha seguito corsi di specializzazione in paleontologia e paleoantropologia ad Harvard, alla Columbia University e alla Università della California, ha compiuto diverse spedizioni internazionali alla ricerca delle origini dell’uomo, dall’Etiopia alla Mongolia, dallo Zaire all’Oman.
Ma se le capacità e le doti di Alberto Angela in fatto di tv e scienza sono note, meno noti sono certi suoi aspetti più “mondani”. Come quello ironico, tanto che il conduttore, all’epoca della celeberrima imitazione di Neri Marcorè ne L’Ottavo nano, non si negò ad un duetto con il comico. Insomma, un uomo che sa prendersi in giro.
Ma non finisce qui, come spiega Domenico Naso:
Alberto Angela icona gay e oggetto del desiderio? Sissignore, e il fenomeno è in incredibile ascesa. (…) Cosa avrai mai, Alberto Angela, tanto da piacere anche ai giovani? È colloquiale, è semplice, all’apparenza persino monocorde, a volte, ma in realtà solo molto asciutto, senza fronzoli. Non si dà arie, non vuole marcare l’evidente differenza di cultura con il pubblico. Gioca per sottrazione, non è primadonna. O almeno, non volontariamente. Ricordate Alessandro Cecchi Paone all’epoca della Macchina del Tempo? Ecco, esattamente il contrario. Alberto Angela è il narratore discreto di un racconto storico, scientifico e culturale che è accurato ma mai troppo complicato. È divulgazione all’inglese, scuola Bbc, perché non è roba per ragazzini di quinta elementare, ma è spiegata così linearmente, senza onanistiche prove da secchione, che la capirebbero anche loro.
Professionalmente e televisivamente, dunque, il valore è indiscutibile. La faccenda “bomba sexy e icona gay”, invece, è molto divertente, aiuta a creare il personaggio, a popolarizzarlo ancora di più, a renderlo virale (più necessario di questi tempi). E forse segna anche la rivincita dell’uomo bello ma non sbruffone, colto ma non arrogante, sui modelli dominanti degli ultimi anni, anche e soprattutto in televisione. In fondo, il buon Alberto ha 54 anni suonati (portati bene assai), è tutto fuorché mondano, poco incline al gossip. È figlio di un signore d’altri tempi come Piero Angela, e per fortuna dal padre ha ereditato anche questo. È perfetto, Alberto Angela. Tanto che il rischio è l’ammirazione si trasformi in motivata e feroce invidia.