MILANO – “Santoro mi piace perché è sangue e violenza. Rifà Il processo di Biscardi aizzando le curve. Poi arriva Travaglio con la moviola. “È rigore”, “No, si è buttato”. Vuoi mettere con Fabio Fazio? Fazio è Bruno Vespa. È una platessa curiale, avvolgente come un baco”.
Parte la ventiquattresima edizione di Striscia la notizia e il regista Antonio Ricci dà una lunga intervista a GQ: “Le veline sono essenziali. Servono a ricordare che siamo varietà e non verità, come i telegiornali seri”. In ventiquattro anni avete sparato su tanti: da Zurlì a Cuccia, da Vanna Marchi ad Antonio Fazio. Che cosa avete ottenuto? “Anzitutto noi agiamo per legittima difesa, su segnalazione. Abbiamo ottenuto che molti telespettatori non cadano più nei raggiri dei maghi o dei banchieri”.
E perché il bersaglio principale ora è De Benedetti? Vien da pensare che in questo caso agiate su commissione dell’editore. “Se cinque minuti di presa in giro di De Benedetti possono compensare migliaia di ore di presa in giro di Berlusconi, a noi va benissimo. Qualcuno potrebbe pensare che in realtà noi abbiamo sempre agito su commissione di De Benedetti. Ognuno è libero, o schiavo, di pensarla come vuole”.
Mai pensato di andare in Rai? “Io non ho un’esclusiva con Mediaset, posso andare dove voglio. Ci sarei andato gratis a patto che mi mettessero a disposizione l’archivio di fuori onda dei tg. Non li ho più sentiti”. Qual è la cosa che più ti ha sconvolto in questi 24 anni? “Il dover constatare quanto i giornali, anche quelli che fanno della libertà di stampa una bandiera, siano controllati e condizionati dalle banche”.
I commenti sono chiusi.