Bebe Vio: "Dopo l’amputazione alle braccia ho pensato al suicidio" Bebe Vio: "Dopo l’amputazione alle braccia ho pensato al suicidio"

Bebe Vio: “Dopo l’amputazione alle braccia ho pensato al suicidio”

Bebe Vio: "Dopo l’amputazione alle braccia ho pensato al suicidio"
Bebe Vio: “Dopo l’amputazione alle braccia ho pensato al suicidio”

ROMA – “Dopo l’amputazione alle braccia ho pensato al suicidio”, racconta la schermitrice paralimpica Bebe Vio a Fabio Fazio, ospite della trasmissione tv “Che tempo che fa” “. Bebe Vio perse gli arti per una meningite fulminante. In tv racconta come ha capito che “La vita è una figata”, ricordando il titolo del suo programma in onda su Rai Uno a partire da domenica 8 ottobre.

“Mio padre, allora, decise di darmi corda dicendomi che se avessi voluto, mi avrebbe lanciata dalla finestra. Lì ho capito che ‘la vita è una figata’”.

“A 4 anni ho iniziato a fare ginnastica artistica, ma poi ho lasciato perché non si vinceva niente. Lo sport per me è divertimento, si dovrebbe praticare solo se si ha ansia di gareggiare. Mio nonno è quello bravo a pavoneggiarsi, per questo è lui a custodire le mie medaglie”.

“Sì, sono di fatto un membro della Polizia di Stato e sono stata bocciata due volte all’esame della patente: non si può sentire! A Rio sono stata la prima atleta a gareggiare senza il braccio armato: ho dovuto rompere le palle per far cambiare la categoria di scherma. Se non avessi superato l’esame di maturità, non sarei mai andata alle Olimpiadi. Ora vorrei studiare Scienze della Comunicazione a Roma”.

La grande popolarità ottenuta con le vittorie a Rio l’hanno anche portata ad essere una fortunata testimonial un po’ ovunque, Onu compresa. E sul selfie con Barack Obama, Bebe spiazza tutti così: “Un momento indimenticabile, storico. Il più sciolto e naturale con i selfie, tra le autorità istituzionali, è però il presidente Mattarella”.

L’ultima lezione, Bebe la impartisce così: “Se un disabile la prendi come una persona delicata non lo fai andare da nessuna parte. Invece devi trattarlo come persona, e basta”.

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