Beppe Bergomi a Vieni da Me: "Mi chiamano "zio" da quando avevo 16 anni perché..." Beppe Bergomi a Vieni da Me: "Mi chiamano "zio" da quando avevo 16 anni perché..."

Beppe Bergomi a Vieni da Me: “Mi chiamano “zio” da quando avevo 16 anni perché…”

Beppe Bergomi a Vieni da Me: "Mi chiamano "zio" da quando avevo 16 anni perché..."
Beppe Bergomi a Vieni da Me

ROMA – Beppe Bergomi è stato ospite a Vieni da Me oggi, giovedì 23 gennaio. Intervistato da Caterina Balivo, l’ex calciatore ha raccontato aneddoti della sua vita, sia di quella privata che professionale.

Sul soprannome “zio”: “Ero già “zio” a 16 anni. Mi diedero quel soprannome negli spogliatoi la prima volta che andai in prima squadra per via dei baffi. Sopracciglia? Sì, da giovane era tutt’uno, ecco perché sono molto amico di Elio (ride, ndr)”.

Sui mondiale del 1982 quando vinse con l’Italia: “Avevo 18 anni, ero il più giovane. Vierchowod si fece male poco prima dell’inizio del Mondiale. Andai in panchina nel girone di qualificazione, poi si fece male anche Collovati, nella partita contro il Brasile, ed entrai io”.

Dopo l’82 hai preso parte ad altri tre Mondiali (86, 90 e 98): “Nel Novanta non è vero che i napoletani tifarono Argentina. C’era una grande rivalità tra Napoli, Milan e noi dell’Inter. Maradona fu bravo a portare la sua gente dalla sua parte. Lui in campo era fortissimo, fu il più forte mai incontrato”.

Poi un aneddoto sull’infanzia: “Mio padre e mio zio avevano un benzinaio. Aiutavo quando potevo. Mio papà però non amava il calcio, era più per le bici e le moto. Morì quando avevo 16 anni, non ha vissuto la mia carriera. Una volta, forse l’unica volta che venne a vedermi, durante un torneo giovanile, si addormentò”.

 

 

 

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