Bilancio Rai 2012 (Pdf): rosso di 244 milioni. Stabile lo share, crolla la pubblicità

ROMA – Bilancio Rai 2012 (scarica il documento originale in pdf): i conti tornano nettamente in rosso dopo un 2011 di timidi utili (+ 4 milioni). Crolla la pubblicità, a dispetto dei dati di ascolto che certificano la sostanziale tenuta della Rai, mentre Mediaset arretra e il resto dei canali (analogici, digitali, satellitari) avanza.

Lo share nel 2011 era del 40,2%: nel 2012 è rimasto pressoché stabile, al 39,8%. Sei i punti di vantaggio su Mediaset, che perde il 2,5% e si attesta al 33,8%.

Il punto debole del bilancio è il netto calo dei ricavi: meno 211,8 milioni. Si passa dai 2.998,3 milioni del 2011 ai 2.786,5 del 2012.
E se vanno giù i ricavi, salgono invece di 34 milioni i “costi esterni”, da 1,250,8 milioni a 1.284.

Costi sui quali pesano i 143 milioni della voce “Grandi Eventi Sportivi” (leggi: Olimpiadi ed Europei 2012). In lieve diminuzione (-12,5 milioni) il costo del personale, dai
1027,8 milioni del 2011 ai 1.015,3 del 2012.

I ricavi calano principalmente perché cala di quasi il 23% la pubblicità, con la quale la Rai incassa nel 2012 220 milioni in meno rispetto ai 964,8 del 2011. La quota di mercato nella pubblicità passa dal 23,5% al 21,2%. Mediaset detiene quasi il triplo della quota Rai: il 62,4%. Il mercato televisivo nel complesso è calato del 15,3%.

L’aumento di quasi 40 milioni degli introiti del canone (per un totale di 1.747,8 milioni di incasso) non compensa il calo della pubblicità e della voce “altri ricavi“, diminuiti di 31,7 milioni rispetto ai 325 totali del 2011: meno servizi in convenzione, meno soldi dai diritti cinematografici e da quelli calcistici.

Il Mol, il Margine operativo lordo, cala di 233,3 milioni: dai 719,7 milioni del 2011 ai 486,4 milioni del 2012.

Il risultato di esercizio complessivo quindi ci dice che il 2012 è andato in perdita di 244,6 milioni. Nel 2011 era stato in attivo di 4,1 milioni: fanno 248,7 milioni in meno in 12 mesi.

Questo il comunicato ufficiale del Direttore generale Rai Luigi Gubitosi:

Cari colleghi,

con l’approvazione in data odierna del bilancio 2012 da parte del CdA Rai, possiamo ufficialmente voltar pagina e archiviare un anno che come già ampiamente commentato ha cristallizzato una perdita importante, seppure in linea con le aspettative, a causa della caduta dei ricavi pubblicitari e dell’incidenza dei costi relativi ai grandi eventi sportivi, contrastati da efficaci azioni sui costi esterni.

A livello consolidato la perdita prima delle componenti straordinarie e delle imposte è risultata pari a € 175 Milioni, a cui debbono aggiungersi oneri straordinari netti per € 50,9 Milioni principalmente ascrivibili ai costi del piano incentivazione all’esodo del personale approvato lo scorso dicembre. Al netto delle imposte la perdita netta consolidata è stata pari a € 244,6 Milioni.

Il 2012 peraltro, non è stato caratterizzato esclusivamente dall’andamento negativo del contesto e dei risultati economici. Per quanto nelle nostre possibilità, abbiamo reagito ed agito, in un quadro complesso, per porre le basi per una nuova fase di sviluppo dell’offerta, di adeguamento tecnologico e di rinnovo delle competenze e degli assetti aziendali.

Nell’esercizio si è completato lo switch-off al digitale, grazie al quale Rai è stata in grado di affermare la propria leadership di ascolti non solo sui canali generalisti, ma anche su quelli digitali, arricchendo così di nuove dimensioni il significato della propria missione di servizio pubblico.

Con un colpo di reni e, lasciatemelo affermare, di orgoglio professionale, abbiamo tagliato il traguardo della messa in onda digitale del TG2, traendo da questa realizzazione la necessaria consapevolezza e slancio per la digitalizzazione dell’intera filiera informativa Rai.

Abbiamo confermato i nostri punti di forza e di eccellenza, che all’interno di una politica inesorabile di contenimento della spesa non solo non hanno diluito, ma anzi hanno rafforzato la propria brand identity fatta di qualità, di attenzione al nuovo, professionalità, sapendo coniugare sensibilità culturale e record di ascolti.

Abbiamo raggiunto l’intesa per la chiusura di un contratto di lavoro che si trascinava stancamente dal 2009, con rilevanti innovazioni nella parte normativa, con l’introduzione di profili professionali maggiormente rispondenti ai requisiti dell’innovazione tecnologica.

Al fine di razionalizzare le aree di crescita così come quelle che richiederanno interventi di miglioramento ed ottimizzazione, abbiamo varato il piano industriale 2013-2015 della Rai, strumento essenziale di navigazione per il triennio a venire.

Nonostante il difficile contesto, si tratta di un piano di importanti investimenti, che punta allo sviluppo con tre macro obiettivi: eccellenza dell’offerta, avanguardia tecnologica ed equilibrio economico-finanziario.

Caratteristica qualificante del piano, che sarà oggetto di diffusione all’interno dell’azienda a tutti i livelli, è un approfondito diagnostico delle principali aree aziendali, su cui sono stati fondati dei cantieri di lavoro che definiranno le linee prioritarie di sviluppo aziendale.

Dal mero elenco dei titoli dei cantieri, 12 in tutto, traspaiono già quelle che questa Direzione Generale, questa Presidenza e questa Consiliatura hanno inteso identificare come le priorità strategiche per il divenire del Gruppo: Turn-around Rai Pubblicità, Sviluppo Ricavi Commerciali, Ottimizzazione Palinsesto, Sviluppo All-News, Rilancio Radio, Sviluppo Web, Ripensamento Modello e Assetto Produttivo, Digitalizzazione, Revisione Processi e Modello di Controllo, Risorse Umane, Assetto Immobiliare, Efficacia ed Efficienza Acquisti.

Il 2013 si sta caratterizzando come un anno altamente sfidante. A fronte di miglioramenti dell’efficienza aziendale complessiva continua la discesa del mercato pubblicitario.

La certezza di poter contare sulla mobilitazione delle energie editoriali, produttive, gestionali e professionali di ognuno di voi nel quadro di chiare linee guida strategiche e di sviluppo, mi rende fiducioso sulla nostra performance in un anno fondamentale per il rilancio dell’azienda.

Luigi Gubitosi

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