ROMA – Il Capodanno anticipato in Rai “è una prassi consolidata”. Antonio Azzalini, dirigente responsabile dell’evento di Capodanno su Rai Uno, (sotto accusa dopo che si è scoperto che la mezzanotte sulla rete pubblica è arrivata con un minuto di anticipo) ha detto che molti programmi Rai hanno come prassi consolidata quella di mettere le lancette indietro.
Una prassi, scrive Aldo Fontanarosa su Repubblica, che servirebbe a “bruciare” la concorrenza sui programmi che iniziano in contemporanea:
Telegiornali che iniziano prima del tempo, per rubare la scena tv ai notiziari della concorrenza. Trasmissioni come L’Arena, La Prova del Cuoco, L’Eredità che usano la stessa tecnica: giocare d’anticipo.
Non solo, dall’articolo di Fontanarosa emerge che anche i vertici aziendali condividessero questa impostazione:
Il responsabile dell’intrattenimento della Prima Rete ricorda in una memoria la “prassi” generalizzata “della anticipazione”. Una truffa forse a danno degli italiani? No, solo una tecnica propria del settore televisivo. Azzalini – dirigente di lungo corso, assunto a Viale Mazzini nel 1999 – cita anche il direttore di RaiUno Leone e il suo vice, Fabiano.
Nella lettera inviata a Repubblica da un deputato del Pd, avrebbe scritto che i due massimi responsabili della Prima Rete “condividessero la mia decisione di anticipare” alla luce anche del copione in scena in altri 31 dicembre. Qui Azzalini citerebbe la trasmissione del 2008 (quando Leone era Direttore del Coordinamento dei Palinsesti), con il countdown di Capodanno anticipato di 65 secondi.
Infine qualche parola spesa anche per l’altro caso di Capodanno in Rai:
Azzalini risponde poi sull’sms con bestemmia che è apparso sullo schermo il 31 dicembre, anch’esso oggetto di contestazione disciplinare. I messaggi dei telespettatori – spiega – sono stati valutati da due dipendenti di RaiCom (la società commerciale di Viale Mazzini), chiusi in un container. A giudizio di Azzalini, Rai-Com ha svolto questo controllo in veste di “appaltatore” della casa madre Rai. Sua, dunque, la responsabilità di quanto è finito in onda. Lui, Azzalini, avrebbe comunque mobilitato un collaboratore per dare una mano, ma questo aiuto “è stato rifiutato”. Impossibile dunque “prevenire” la bestemmia “con le mie forze, con i miei poteri”.