Catia Porri chi è: età, madre e padre, vita privata, la Svizzera, l’infanzia in clandestinità a Zurigo

Catia Porri chi è: età, madre e padre, vita privata, la Svizzera, l’infanzia in clandestinità a Zurigo. La donna oggi fotografa affermata, racconta la sua storia di italiana immigrata clandestinamente in Svizzera negli anni Sessanta, storia raccontata già diverse volte negli anni. Catia è ospite a Oggi è un altro giorno, il programma condotto da Serena Bortone a partire dalle 0re 14 su Rai Uno.

Dove e quando è nata Catia Porri

Catia Porri nasce a Firenze nel quartiere di Soffiano nel 1950. Ha 71 anni e non è nota la sua data esatta di nascita. Attualmente vive in Svizzera e fa la fotografa.

Marito e figli di Catia Porri

Sulla vita privata di Catia Porri si conosce poco. In rete non si trovano informazioni su marito e figli. 

A Zurigo nascosta nell’armadio perché senza documenti

Catia Porri è famosa per aver raccontato la sua vta in clandestinità nella Svizzera degli anni Sessanta. La donna nel 1962 passa la frontiera dopo essere stata nascosta nel bagagliaio dell’auto dai suoi genitori. Per lei inizia a Zurigo “una stagione nell’armadio“. La ragazzina viene infatti nascosta per diverso tempo in casa in quanto immigrata senza documenti.

“Abitavamo – ha raccontato Catia anni fa  – in una stanza con cucina sotto il tetto. I vecchi pavimenti di legno scricchiolavano a ogni minimo movimento. Non osavo muovermi e passavo le giornate sdraiata sul letto a leggere e guardar per aria con la speranza che il tempo passasse in fretta. Dalla paura che avevo, non usavo nemmeno le stoviglie per mangiare, per non fare rumore”. 

Catia è una delle migliaia di bambine e bambini italiani che per decenni hanno vissuto nascosti in Svizzera con la paura di essere espulsi. Questo succedeva a chi veniva scoperto dalla Polizia locale.

Catia Porri, i suoi genitori

Figlia unica, Catia vive negli anni Cinquanta con il padre che fa l’artigiano e saldatore e la madre. La famiglia vive nella casa del nonno materno, vedovo da tanti anni, nel quartiere di Soffiano a Firenze. 

Le cose cambiano all’inizio degli anni Sessanta quando il nonno, dopo essersi risposato, si trasferisce a Siena e il padre di Catia comincia ad avere problemi di lavoro. La famiglia Porri decide allora di trasferirsi a Zurigo dove già si trovano gli zii di Catia. Enrambi i genitori troveranno lavoro: come operaio specializzato il padre, in una fabbrica di cappelli la madre.

Catia arriva nel luglio del ’62 e comincia ad andare a scuola pur non sapendo la lingua. I compagni di classe la emarginano: stessa cosa fanno gli altri italiani nati e cresciuti lì e che parlano bene il tedesco.

Ma il peggio arriva pochi mesi dopo. La famiglia Porri riceve infatti una lettera da parte della Polizia che si occupa di immigrazione. Nella lettera c’è scritto che Catia deve lasciare la Svizzera. I suoi genitori, non essendo in possesso di un permesso di soggiorno annuale, non hanno il diritto di tenere la figlia con sé.  Il visto di Catia, che aveva la durata di soli 6 mesi, sta per scadere e la bambina deve abbandonare il Paese. E’ in questo momento che viene nascosta. Potrà poi tornare soltanto dopo 6 mesi con un visto turistico.

Catia ha raccontato la sua esperienza a Marina Frigerio, che l’ha inserita nel suo libro del 2012 “Bambini proibiti” (ed. Il Margine).

La vicenda di Catia finisce quando i genitori ricevono il permesso annuale. Catia ora assapora di nuovo la libertà: finalmente può andare in giro senza paura. La situazione migliorerà però sono negli anni, dato che all’inizio Catia viene inserita in una classe di bambini speciali. 

 

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