Clerici: “Il mio seno straborda”

Pubblicato il 19 Febbraio 2010 - 16:16 OLTRE 6 MESI FA

Chiacchiere sul look di Antonella Clerici oggi al Question Time di Maurizio Costanzo. Con chi l’ha accusata di avere un seno troppo “compresso” e quindi strabordante dal vestito oro lamè di ieri sera, la Clerici si è difesa così: «Io le ho provate tutte ieri – ha detto – ho messo anche una roba, al posto del solito push up, che schiaccia il seno per farlo sembrare più piccolo, ma non ci stava dentro, non so più come fare».

«L’altra sera – ha raccontato l’Antonellona nazionale suscitando le risate della sala – mi hanno anche cucito il reggiseno dentro il vestito perchè non uscisse il seno. Ma il problema è che è vero e quindi si movimenta». Stasera però, promette la conduttrice sempre più sulla cresta dell’onda dopo che anche gli ascolti di ieri sera l’hanno premiata con più di dieci milioni di spettatori, «dovrebbe star dentro bene».

In vista della finale di domani, sarà costretto a tacere il sindaco Pdl di Sanremo, Maurizio Zoccarato, sul palco per la consegna del premio al vincitore del Festival. Prassi consueta, ma quest’anno in regime di par condicio, quindi bando alle chiacchiere, ai complimenti, ai ringraziamenti. Zoccarato salirà sul palco in nome del buon senso. Lo stesso, spiega il direttore di RaiUno, Mauro Mazza, “che ci ha fatto affrontare un’altra vicenda recente legata alla par condicio, quella della puntata di A sua immagine con ospite Giovanni Bachelet”. Che non andò in onda perché l’ospite, figlio di Vittorio Bachelet assassinato dalla Brigate rosse, è anche parlamentare del centrosinistra benché in quel caso dovesse commemorare l’anniversario della morte di suo padre. Poi la Rai ha fatto macchina indietro e si è deciso di mandarla in onda il 20 febbraio.

Viale Mazzini e gli organizzatori del Festival dunque fanno appello alla correttezza del singolo. “Esiste la par condicio – osserva Mazza – esiste il problema ma esiste anche il buon senso e ad esso l’azienda ha invitato per l’applicazione della norma”. E’ stato proprio il caso Bachelet, spiega ancora Mazza, “un caso così importante che ci ha spinti a ragionare in termini di buon senso, sono convinto che lo stesso buon senso non farà censurare il Festival se le telecamere inquadreranno i poltici e se il sindaco salirà sul palco per premiare il vincitore, senza però parlare”. Se poi il sindaco facesse un intervento, allora “in quel caso il buon senso sarebbe prevaricato”, ha precisato Mazza.