Coronavirus, l’idea di Burioni: “Potremmo sperimentare vaccini sugli animali domestici”

ROMA – “Potremmo sperimentare i vaccini sugli animali domestici”. E’ l’idea lanciata dal virologo Roberto Burioni che, ospite a Che tempo che fa, ha sostenuto che “i nostri amici a quattro zampe potrebbero darci una mano fondamentale nello sconfiggere questa malattia”.

Interpellato da Fabio Fazio sulla possibilità che i gatti possano contrarre il coronavirus, come riscontrato in Belgio e a Hong Kong, Burioni ha spiegato: “Sono dati molto preliminari. Sembra che gli animali possano essere contagiati, non sappiamo ancora se potranno contagiarci, al momento non c’è evidenza di questo”.

Quindi ha ipotizzato, con le dovute precauzioni: “Però questo non è solo un elemento negativo perché, chiaramente nel pieno rispetto degli animali e senza farli soffrire o sacrificarli, il fatto che gli animali possano contrarre questa malattia in un modo molto lieve come sembra sia successo a un gatto, ci permetterà di avere un notevole vantaggio nella sperimentazione dei vaccini, potremmo sperimentare i vaccini su di loro e poi vedere se sono protetti”.

Il virus è nell’aria? Ha chiesto ancora Fabio Fazio: “È una cosa abbastanza ambigua che è stata detta – ha detto l’esperto – Questo virus si trasmette con delle micro goccioline che noi emettiamo quando parliamo. Queste goccioline tipicamente non riescono ad arrivare più lontano di due metri e altri virus invece sfruttano delle goccioline molto più piccole e a causa di questo sono immensamente più contagiosi”.

“Abbiamo spiegato cosa vuol dire R0 – prosegue Burioni – quante persone vengono mediamente infettate da un paziente, questo virus senza alcuna precauzione va verso i tre, il morbillo è sopra i diciotto. Però alla gente dobbiamo dire una cosa, cioè che questo virus è apparso sulla Terra poco tempo fa e noi stiamo imparando a conoscerlo”. 

“Sicuramente quello che stiamo vedendo adesso sono due cose: sono molti gli asintomatici che lo trasmettono, persone che hanno pochi sintomi o che non ne hanno e l’altra cosa è che questo virus è molto contagioso in ambienti chiusi dove può diffondersi in maniera efficiente, quindi tutti devono portare la mascherina, non per proteggere noi stessi ma gli altri”.
 
Ci sono persone con evidenti segni di contagio che non sono state ricoverate o non visitate? “Sì, purtroppo alcune persone in questa emergenza sono state lasciate sole, questo ha creato dei notevoli disagi perché non sono state seguite, magari alcune si sono aggravate e sono arrivate in ospedale tardi per avere le cure migliori”.

“In un’emergenza può succedere – conclude il virologo – ma ora ne stiamo uscendo e dobbiamo prepararci ad affrontare una convivenza con questo virus che potrebbe essere di alcuni mesi, fino a quando non troviamo una cura. Chi sta male deve essere immediatamente visto da un medico, ricevere una diagnosi precisa perché consente di isolare tutti i contatti”.

Fonte: Che Tempo che Fa
 

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