Coronavirus, Piero Angela: “Ci vuole l’esercito in strada”

Per fermare il coronavirus Piero Angela invoca l’esercito 

“Ci vuole l’esercito in strada”. Ne è convinto Piero Angela che così ritiene si possa assicurare che le regole anti-Covid vengano applicate. 

Il divulgatore scientifico ne ha parlato in conferenza stampa per la presentazione della seconda edizione di SuperQuark+, in onda da mezzanotte su Raiplay. 

Per il giornalista, che con i suoi toni affabili e familiari ci ha fatto innamorare della scienza, “non c’è abbastanza pressione sul pubblico perché si rispetti il distanziamento e perché indossi la mascherina”.

Quindi, vada per le maniere forti: “Serve l’esercito che chieda il rispetto delle distanze e intimi ai cittadini di indossare la mascherina. Non bisogna portare la malattia in giro”, dice perentorio. 

“Bisogna stare attenti alla pericolosità di questo virus”, continua Piero Angela. “È necessaria la protezione, in particolare nelle scuole”.

“I giovani si sentono invulnerabili”, spiega e c’è il rischio che si trasformino in “untori, tanto più quando sono stati ben informati. Ci sono gli asintomatici…”.

Il coronavirus “attacca l’economia, che va quindi protetta”. E “il nostro dovere di giornalisti è di mettere bene in evidenza questo fatto”.

Il giornalista divulgatore scientifico ha evidenziato che la pericolosità di questo come di altri virus sta nel fatto che “quando ne viene fuori uno e non abbiamo le difese, lì sono problemi. Se mancano i vaccini allora non servono neanche le mascherine o il distanziamento sociale”.

Ha quindi ricordato uno sceneggiato della Bbc degli ani ’70 in cui c’è l’ipotesi di una pandemia e a Londra sopravvivono solo 1000 persone che hanno quindi tutto, “ma nessuno di loro è in grado di mantenere in funzione il sistema. Morale: da soli non siamo capaci di nulla. Quei 1000 si ritirano nelle campagne, lì si formano nuovi gruppi”.  

Quanto ai negazionisti, “alcuni sono perduti, altri recuperabili, altri ancora sono politici, ma ormai la gente l’ha capita. Anche le manifestazioni contro le mascherine…sono quattro gatti”. (Fonte: Agi).

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