Dario Vergassola: “I politici di oggi sono peggio delle parodie”

dario vergassola
Dario Vergassola: “I politici di oggi sono peggio delle parodie”

ROMA – Dario Vergassola è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format I Lunatici, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

Vergassola è tornato a parlare dei suoi esordi: “Facevo l’operaio, mi alzavo la mattina alle sette meno un quarto. Mia madre mi disse è pieno di scemi in televisione, vacci anche tu. Facevo le battute anche a scuola, mi è sempre piaciuto ridere. I miei lavavano le scale, erano poveri, mio padre ha fatto una vita terribile, io facevo il manovale all’arsenale militare di La Spezia, lo stipendio era il più basso nella scala delle robe statali, era inferiore alle 800.000 lire, con due figli veramente poco”.

“Non riuscivo a pagare bollette, era imbarazzante – continua Vergassola -. Ho mollato per andare a fare un altro lavoro, nello spettacolo. Per fortuna è andata bene. L’incontro che mi ha cambiato la vita? Maurizio Costanzo. Vinsi il festival di San Scemo a Torino, era consuetudine che da Costanzo chiamassero i vincitori di San Scemo”.

“Il giorno dopo la mia presenza al Costanzo Show mi cambiò la vita. Tutti mi salutavano, tutti mi conoscevano. Anche se ancora continuavo a fare l’operaio. Ci sono tornato dopo 25 anni da Costanzo, lui come sempre è stato gentile. Poi a un certo punto mi ha detto ‘aho fai Mario’…Mi è sembrato di essere uno andato in coma che si è risvegliato dopo 30 anni. E’ stata un po’ stramba come cosa”.

Sullo stato di salute di satira e comicità in Italia: “Crozza, che è uno dei più bravi, quando fa Razzi, non capisci mai quale sia il vero. Ci sono politici o ex politici talmente strambi che sembrano peggio della loro parodia. Toninelli ad esempio. Fa la puntata sull’auto elettrica, a fine puntata dice mia moglie ha appena comprato il Suv a Diesel. Diventa difficile pigliarli per il culo quando poi il giorno dopo aprono la bocca e fanno peggio della parodia”.

“Per la cosa di Toninelli ci sarebbero voluti tre autori. Lui invece la fa davvero. C’è stato un momento in cui se parlavi di Berlusconi arrivava una sorta di censura, non tanto da lui. Io sono stato tra quelli nominati quando facevo ‘Parla con me’ insieme alla Dandini. Ma non è tanto il potente di turno a preoccuparsi, quanto la pletora di scagnozzi che sono più realisti del Re e quindi ti mettono dei freni. Una volta ho fatto un’intervista a Salvini, ha voluto che gli firmassi i fogli e si li è portati via con le domande. Non è il potente che si arrabbia, sono i pretoriani che hanno paura e cercano di filtrarti”. (fonte: I Lunatici)

Gestione cookie