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DiMartedì, Berlusconi e l’aneddoto su Bersani: “Quella volta che mi tenne la mano in ospedale…”

ROMA – “Per favore mi saluti Bersani. Mi ricordo sempre quando dopo l’attentato a piazza Duomo venne a trovarmi in ospedale e mi tenne la mano tra le sue per mezz’ora. È davvero una persona perbene e generosa”. Questo l’aneddoto che Silvio Berlusconi, durante una telefonata a DiMartedì (La7), ha raccontato a Giovanni Floris.

Il riferimento è all’aggressione del 2009: Berlusconi fu ferito al volto a Milano da un uomo che gli scagliò in faccia una statuetta del Duomo. All’epoca Bersani andò a trovarlo in ospedale. Gesto che ancora oggi, evidentemente, Berlusconi non ha dimenticato.

Berlusconi, durante la telefonata, ha anche continuato nella sua ultima battaglia: accettare il Mes.

“In una condizione di assoluta emergenza – aveva già spiegato Berlusconi in una intervista al Giornale – un’opposizione responsabile non fa ostruzionismo anzi si stringe intorno alle istituzioni. Ed è quello che noi stiamo facendo. Siamo critici con il governo ma non è questo il momento della polemica politica”.

“Bisogna partire da una premesse per fare chiarezza sulle polemiche: fu il mio governo nel 2011 a trattare il Meccanismo Europeo di Stabilità, questa è verità storica ma va detta tutta: occorre aggiungere che il Mes da noi firmato era diverso aveva gli eurobond che sono poi stati tolti nell’accordo ratificato dal governo Monti”. 

E ancora:

 “Il problema però questa volta non si pone, perché – almeno per quanto riguarda la spesa in ambito sanitario – possiamo accedere ai fondi del Mes senza condizioni, fino al 2% del Pil. E’ troppo poco? Certamente sarebbe troppo poco se ci fosse solo questo. Ma è comunque qualcosa, sono 36 miliardi circa, a tassi inferiori a quelli di mercato, che sarebbe assurdo non utilizzare”.

“C’è di più – le parole di Berlusconi – l’utilizzo dei fondi del Mes è la precondizione tecnica/legale che mette la BCE in grado di decidere di comprare i titoli dello Stato italiano senza limiti prefissati. Questo significa per la Bce la possibilità di assumere il ruolo, che tante volte abbiamo invocato, di prestatore di ultima istanza nei confronti di un Paese in difficoltà”. (Fonte: DiMartedì, Il Giornale).

 

 

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