La diretta fiume di Vittorio Sgarbi è un flop, Rai1 sospende la trasmissione

ROMA – L’8.27% di share con poco più di due milioni di telespettatori (2.064mila): questo il risultato in termini di ascolti del programma ‘Ci tocca anche Sgarbi’ del critico d’arte che ieri sera ha esordito in prima serata su Rai1. Il risultato è nettamente al di sotto della media degli ascolti delle rete per la prima serata. Così, considerati i dati di ascolto, la direzione di Rai1 ha deciso di sospendere il programma di Vittorio Sgarbi ‘Ora ci tocca anche Sgarbi’. La decisione è stata già comunicata al critico d’arte che l’ha condivisa.

LA TRASMISSIONE – Le note del Dies Irae mentre sullo schermo scorrono le immagini del giudizio universale di Michelangelo alternate a travolgenti sequenze di catastrofi, dal crollo delle Torri Gemelle a New York al terremoto e allo tsunami in Giappone, dai Buddha fatti esplodere in Afghanistan, al terremoto dell’Aquila. Si apre così ‘Ci tocca anche Vittorio Sgarbi’. Con una sigla di forte impatto, seguita da un monologo del critico ferrarese, che doveva durare 22 minuti – due più di Saviano a Vieni Via con me – e invece finisce con l’occupare quasi l’intera trasmissione, travolgendo ogni scaletta.

Fino al colpo di scena finale, con l’ingresso in studio del figlio ventenne Carlo, somigliantissimo, che spiega tranquillo di riconoscerlo come ‘genitore’ e non come padre. Completo nero e camicia bianca senza cravatta, Sgarbi entra nello studio con le splendide scenografie che richiamano la Scuola di Atene di Raffaello accompagnato dall”’Inno alla gioia’ di Beethoven. Chiama accanto a sé il vescovo di Noto, don Antonio Staglianò, scherza con una capretta in carne e ossa, lanciando il suo tormentone ‘capra! capra! capra!.

Poi si rivolge agli spettatori: ” Vogliamo mostrare ciò che l’Italia è, la sua grandezza, non il male, non il pettegolezzo, non il vizio di cercare il male degli altri, vorremmo far vedere il bene”. Nelle premesse anche il racconto di tutti gli ostacoli a cui è andata incontro la trasmissione. Quindi il monologo entra nel vivo. L’argomento è la paternità ma il filo conduttore è in fondo sempre lui, Sgarbi. Che chiama a raccolta un largo pantheon di ‘padri’, da Pasolini a Cossiga, Federico Zeri,(”Mi scuso per averlo maledetto”) e ancora, Carmelo Bene, Walter Chiari, Buster Keaton (”Il Piero della Francesca del cinema”), il Renzo Arbore di Quelli della notte. Richiama alla memoria le sue invettive televisive, le liti in diretta, gli improperi, mostra gli spezzoni tv, fa autocritica.

Non manca anche una lunga digressione sulle vicende giudiziarie che hanno coinvolto, con l’inchiesta della guardia di finanza di Trapani, il comune di Salemi di cui è sindaco: ”Una macchina costruita per ostacolare il programma”, denuncia Sgarbi, dopo aver dato del traditore al fotografo Oliviero Toscani. Sulle note de Il padrino introduce Morgan, ma è questione di poco. Il critico riprende la scena per sé, parlando di Bellezza e paesaggio. A Carlo Vulpio, uno degli autori del programma, è affidata un’invettiva contro lo scempio degli impianti eolici sulle campagne italiane e sopratutto pugliesi. Al vescovo di Noto un breve intervento sulla paternità. La chiusura con il figlio, Carlo Brenner Sgarbi, capello fluente e faccia da ragazzino ma stesso atteggiamento sicuro di sé del padre (”ho i suoi stessi geni sono irascibile come lui”) e il collegamento video con nonno Sgarbi.

In studio arriva anche Gavino Ledda, quello di ‘Padre padrone’. In scaletta sarebbero rimaste tante cose ma e’ l’ora di chiudere, ”sarà per la prossima puntata”, commenta paziente la bionda Monica Marangoni.Lui si ravvia i capelli, ‘Forse sarà l’ultima diretta’.

Le immagini della diretta (foto AP/LaPresse)

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