MILANO – Niente rivoluzione, cambia solo di poco il panorama del calcio italiano sulle pay tv in base allo scenario definito dalla maratona con protagonisti la Lega di serie A, Sky e Mediaset. Ma per mantenere quasi invariato lo status quo servirà una deroga delle autorità competenti grazie alla quale i due broadcaster potranno rinegoziare fra loro i pacchetti assegnati dalla Lega di serie A al termine di un’assemblea fiume che è iniziata lunedì e si è conclusa questa sera dopo le 22, grazie anche a una proroga del termine ultimo da mezzogiorno a mezzanotte del 26 giugno.
Alla fine di questo iter dal 2015/16 Sky avrà tutta la serie A e l’Europa League, e Mediaset le partite di 8 squadre, incluse Juventus, Milan, Inter, Napoli e Roma, oltre alla Champions, i cui diritti il Biscione non vuole cedere.
“Se dovesse esserci una richiesta di sublicenza la valuteremo positivamente sempre nell’interesse del consumatore, che è il nostro punto di riferimento”,
ha dichiarato dal presidente della Lega di serie A Maurizio Beretta al termine di una quattro giorni in cui i club si sono presi tutto il tempo possibile per massimizzare i ricavi (così non si arriva alla cifra record di 1,078 miliardi di euro ma a circa 945 milioni, 116 in più rispetto al campionato 2013/14, e mancano ancora i diritti per internet, l’estero e il chiaro) trovando un’ipotesi di soluzione (su cui dovranno pronunciarsi Agcom e Antitrust) che li mettesse il più possibile al riparo da code legali quasi inevitabili a causa del bando, steso dall’advisor Infront, che ha evidenziato qualche profilo di criticità, ma anche a causa delle offerte incrociate dei due principali broadcaster in gara.
Fra la diffida di un’emittente e la contro diffida di un’ altra, i club hanno discusso per quattro giorni. Roma, Fiorentina, Napoli e Juventus hanno guidato l’opposizione all’indicazione di Infront di assegnare i pacchetti per piattaforme incrociate (a Mediaset il satellitare, a Sky il digitale terrestre). Nei momenti più delicati della vicenda è stata valutata anche l’ipotesi di rifare il bando e, dopo l’interruzione dell’assemblea ieri pomeriggio, le trattative sono proseguite fino a notte fonda, per riprendere serrate oggi, grazie all’interpretazione del bando con cui la Lega e Infront hanno prorogato di 12 ore la dead line, fissata a 21 giorni dalla data di apertura della busta, avvenuta il 5 giugno.
A metà pomeriggio le prime indiscrezioni sull’intesa per questo scenario, suggellato in serata dall’assemblea che ha ripreso i lavori e ha votato compatta (un solo astenuto su 23): per evitare una posizione dominante, anziché assegnare a Sky (che aveva offerto 357 e 422 milioni di euro) sia il pacchetto A (le partite di 8 squadre fra cui 4 big sul satellitare) sia il B (stesso contenuto per il digitale terrestre), la Lega vende (e ha 24 ore di tempo per ufficializzarlo) all’emittente di Murdoch il pacchetto A, e a Mediaset i pacchetti B, per cui il Biscione aveva offerto 280 milioni di euro, e il D (esclusiva delle gare fra le altre 12 squadre, aveva offerto 306 milioni di euro).
Non sono stati assegnato il pacchetto C (interviste e immagini dagli spogliatoi), perché le offerte arrivate sono sotto il minimo richiesto, e quello E (piattaforma internet) perché senza offerte: saranno avviate nuove procedure. Il totale fa circa 945 milioni di euro, meno dell’incasso record, ma così i club sono convinti di evitare terremoti con danni stimati molto più gravi. In un secondo momento, secondo fonti vicine al dossier, un nullaosta delle autorità competenti consentirebbe a Sky e Mediaset di rinegoziare.
Nello scenario finale a Sky andrebbe il pacchetto D, ma l’emittente satellitare non avrà più l’esclusiva delle partite della Roma (destinata nelle 12 del pacchetto D), che entrerebbero anche nel pacchetto B di Mediaset. L’emittente del gruppo Murdoch pagherà 572 milioni di euro all’anno, circa 8 milioni di euro in più con 78 partite esclusive in più (e mira anche al pacchetto C) rispetto alla situazione attuale. Mentre la tv di Berlusconi sborserebbe 100 milioni di euro in più (ora sono 277 milioni di euro a stagione) per un numero di gare inferiore (prima aveva 12 squadre) che però copre il 90% della tifoseria televisiva.