La storia di Enrico Pieri, il bambino scampato all’eccidio di Sant’Anna dove perse la famiglia per mano delle SS all’alba del 12 agosto del 1944. La sua storia è raccontata dalla trasmissione Nuovi Eroi, condotta da Veronica Pivetti e in onda su Rai Tre alle 20 e 20.
La storia di Enrico Pieri
Superstite e testimone dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, Enrico Pieri aveva dieci anni il 12 agosto del 1944 quando, nascosto sotto la scala di casa, vide morire per mano nazista i genitori, due sorelle, nonni, zii e cugini. Ha donato all’associazione “Martiri di Sant’Anna di Stazzema” la sua casa di infanzia per favorire incontri e dare spazio alle delegazioni di studenti e ricercatori che si recano a Sant’Anna per informarsi e approfondire la conoscenza storica.
Le SS, guidate da fascisti locali, fecero irruzione in tutte le case del paesino versiliese di Sant’Anna di Stazzema, all’alba. Nel giro di poco uccisero a colpi di mitragliatrice donne, anziani e bambini, dando fuoco ai corpi e alle case. Enrico si salvò nascondendosi nel sottoscala insieme alla figlia dei vicini, Grazia Pierotti, che aveva 14 anni, e alla sorellina di lei, Gabriella, che si buttò tra i cadaveri fingendosi morta.
Il racconto di Enrico Pieri
“Avevano furia . racconta oggi Enrico Pieri -. Da quando ci hanno avvisato che c’erano i tedeschi, in mezz’ora è successo tutto. Ammazzavano, trovavano, bruciavano le case, poi andarono via. Si sentiva sparare da tutte le parti. Ma a mezzogiorno erano già a Valdicastello. Già a metà mattina non si sentivano più colpi di arma da fuoco. Si sentivano solo i crolli dei tetti, dei fienili che bruciavano, questi rumori strani. Tornai a casa, dove c’erano i corpi dei miei genitori: ero un bambino, senza piangere, senza disperarmi. Forse non ero più normale neanch’io”. Quel giorno Enrico perse il papà Natale, la mamma Irma, incinta di 4 mesi, le sorelline Luciana e Alice. Un’altra sorellina, anche lei chiamata Luciana, era morta anni prima di meningite.
Enrico Pieri e il 25 aprile
Il 25 aprile di quest’anno Enrico Pieri ha voluto ricordare ai giovani “quello che ha comportato la guerra: non devono tornare indietro, da dove siamo passati noi“. Ha ripercorso le vicende storiche e le stragi che devastarono la Toscana nell’estate del 1944, ribadendo il significato della Festa della Liberazione e l’importanza di non perdere la memoria.