Eurovision, l'Ungheria si ritira: "Gara troppo gay friendly" Eurovision, l'Ungheria si ritira: "Gara troppo gay friendly"

Eurovision, l’Ungheria si ritira: “Gara troppo gay friendly”

Eurovision, l'Ungheria si ritira: "Gara troppo gay friendly"
Conchita Wurst all’Eurovision Song Contest del 2014

ROMA – L’Ungheria non parteciperà all’Eurovision Song Contest del 2020, che si terrà a Rotterdam, perché “troppo gay friendly”. Lo scrive il quotidiano britannico The Guardian citando una fonte dell’emittente nazionale ungherese Mtva. 

E’ la prima volta dal 2010, anno in cui il Paese di Viktor Orban non partecipò alla gara che riunisce alcune delle principali emittenti nazionali d’Europa. All’epoca fu a causa delle pesanti difficoltà economiche di Mtva, costretta ad affrontare un taglio di più del 50 per cento del budget. Dieci anni dopo però il problema non sarebbe di soldi ma di vocazione.

“Invece di prendere parte all’Eurovision Song Contest nel 2020, sosterremo le preziose produzioni create dai talenti della musica pop ungherese”, fa sapere l’emittente in un comunicato. Ma secondo il Guardian la scelta nazionalista è meglio traducibile con la propaganda a favore della famiglia tradizionale che Orban porta avanti da tempo.

András Bencsik, commentatore tv ed editore della rivista filo Orban Magyar Demokrata, ha scritto: “Accolgo con favore la decisione che l’Ungheria non faccia parte della flottiglia omosessuale a cui è stata ridotta questa competizione canora internazionale in cui la distruzione della pubblica decenza avviene tramite travestiti che strillano e donne barbute”.

Non è difficile leggere nelle sue parole un riferimento Conchita Wurst, vincitrice dell’Eurovision 2014. Anche all’epoca si scatenarono numerose polemiche in Austria e nei giorni successivi alla sua vittoria più di 31mila persone s’iscrissero alla pagina Facebook Anti-Wurst.

E pensare che ogni anno a Budapest si tiene lo Sziget Festival, tra gli eventi musicali più importanti d’Europa, i cui principi ispiratori sono diametralmente opposti alle politiche del governo Orbàn. Chiuderanno anche quello?

Fonte: The Guardian

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