ROMA – Fabrizio Scippa, ospite di Barbara D’Urso a Domenica Live, ha parlato di quando lavorava con Fabrizio Corona: “E’ impossibile che tutti i soldi che hanno trovato derivino dalle serate che faceva”. E poi ha aggiunto alcuni dettagli del suo rapporto con il re dei paparazzi: “Una volta siamo quasi venuti alle mani perché non mi voleva pagare le multe”.
Ecco nel dettaglio cosa ha detto:
“Non sono mai stato un autista di Corona. Io organizzavo le famose serate di Fabrizio. Gestivo tutte le chiamate dal novembre 2015, da quando lui ha avuto il permesso per andare in giro. Penso che abbiamo fatto circa 500 eventi. Facevamo ospitate più o meno brevi in lounge e negozi di abbigliamento. Capitavano situazioni grottesche e per questo motivo le chiamavamo ‘macelleriè”.
Per quanto riguarda Francesca Persi: “Certo che la conosco. Si è anche confidata molto con me, come si può fare tra colleghi. Era titolare dell’Atena. Non mi permetto di dire se era una prestanome”.
” Se Corona si credeva infallibile? Questo è un atteggiamento che ha avuto sempre, lui non se ne rendeva conto. È stato ripreso dal vortice di anni fa – ha sottolineato Scippa che ha anche si dice all’oscuro dei pagamenti in nero – Non so nulla di pagamenti in nero. I contratti non venivano mai stracciati. Se faccio un calcolo di logica, è impossibile che tutta quella cifra sia stata fatta per le serate. La maggior parte delle lamentele dei clienti era per le voci di contratto non rispettate”.
“Conosco bene Geraldine Darù, è stata mia collega. Ha espresso dichiarazioni a Le Iene molto forti, le serate non erano mansioni di sua competenza. Parte del compenso in nero? Non confermo. Prima si pattuiva il cachet in base alla tipologia della serata, io ero un semplice esecutore di contratto, dopodiché tutte le responsabilità dei pagamenti passavano all’amministrazione. Tutti i contratti erano sulla base di un 50% più Iva contrattualizzato. Per quanto riguarda il nero, si potevano fare pagamenti momentaneamente in nero solo se previsti dalla legge. I contratti non venivano mai stracciati volgarmente. L’amministrazione, poi, si assumeva la responsabilità di post-datare la fattura”.
“Io non ho mai guidato la macchina. Chiedevo aiuto ad alcuni amici per le auto. Trentamila euro di multe non pagate? Siamo praticamente arrivati alle mani in ufficio con Corona. Gli ho chiesto di pagarmi le multe, visto che andavamo sempre a 200 km all’ora. Ma lui non ne voleva sapere e siamo quasi arrivati alle mani davanti a 12 dipendenti”.