Luigi Tenco, la famiglia contro il monologo di Barbara Palombelli. Che aveva detto "morì giocando con una pistola" Luigi Tenco, la famiglia contro il monologo di Barbara Palombelli. Che aveva detto "morì giocando con una pistola"

Famiglia di Luigi Tenco e consiglieri Rai contro Barbara Palombelli e Gino Paoli: forse non hanno capito bene

La famiglia di Luigi Tenco contro Barbara Palombelli per il monologo recitato al Festival di Sanremo. La giornalista aveva detto che Tenco era morto “giocando con una pistola”. Una posizione netta su uno dei misteri più controversi del Festival. La morte di Tenco non ha, ancora oggi, una spiegazione definita.

Luigi Tenco è morto il 27 gennaio 1967 in un albergo di Sanremo. Aveva saputo da poco della sua esclusione dal Festival. Sulla sua morte è nata una vera e propria leggenda. C’è chi sostiene si sia ammazzato proprio dopo aver appreso questa notizia. Altri ancora dicono che sarebbe morto in un tragico gioco.

Il fatto che la Palombelli abbia invece sposato in maniera così netta una tesi (e per di più in eurovisione) non è piaciuto alla famiglia del cantautore. Che l’ha fatto sapere a care lettere.

La famiglia di Luigi Tenco contro il monologo di Barbara Palombelli

In una lettera aperta, i parenti di Tenco accusano Barbara Palombelli di aver diffuso “notizie false” e di “aver banalizzato un fatto grave” come la morte di Tenco. Davanti a milioni di spettatori.

Nel mirino, in particolare, il passaggio del monologo in cui Palombelli ha affermato: “Pensate che Luigi Tenco proprio qui giocando con una pistola ha trovato la morte”. “A ciò si aggiunga il fatto che questa ed altre sue gravi affermazioni – scrive la famiglia Tenco – sarebbero frutto di un’intervista con Gino Paoli che, come è noto a tutti e diversamente da Luigi Tenco, ha certamente cercato la morte per suicidio ma senza riuscirci (fortunatamente).

Questo chiacchiericcio, pregno di ignoranza sull’argomento da una parte e di incoerenza dall’altra parte, non rende merito alla categoria dei giornalisti a cui apparterrebbe e nemmeno al servizio televisivo pubblico che ha deciso di farla esibire su Rai1, ma soprattutto non può essere considerato un criterio onesto alla base di affermazioni lesive”.

I consiglieri Rai rilanciano le accuse a Barbara Palombelli

A rilanciare le critiche della famiglia Tenco sono i consiglieri di amministrazione Rai Rita Borioni e Riccardo Laganà. Che – dopo aver espresso “disappunto per lo spazio concesso a volti del giornalismo Mediaset” a Sanremo – sottolineano che “tra discutibili palloncini in platea e monologhi forzati, sembra essere sfuggito, qui e lì, il controllo editoriale da parte dei vertici aziendali”.

Borioni e Laganà chiedono scusa ai parenti del cantautore. Auspicano che “venga riservato uno spazio opportuno e congruo su Rai1 per poter serenamente rettificare quanto esposto”. E chiedono “sin da ora che la direzione artistica della prossima edizione di Sanremo venga affidata ad un interno Rai affinché possano essere salvaguardati al meglio gli autentici valori del servizio pubblico radio televisivo”.

La difesa di Barbara Palombelli dalle accuse della famiglia Tenco

“Ho soltanto citato una mia intervista a Gino Paoli, che ha ripetuto le stesse parole in diverse occasioni. E mi sono documentata negli archivi Rai”. Così si limita a replicare Barbara Palombelli. Il riferimento, in particolare, è allo speciale ‘Viva Mogol‘, andato in onda su Rai1 il 24 settembre 2016, condotto da Massimo Giletti.

In quella occasione Paoli spiegava, parlando della morte di Tenco: “Se posso fare un’illazione, è che abbia fatto una boutade davanti a Dalida, ‘adesso mi sparo’, e lei era lì. Può essere possibile, anche se non si può verificare nulla e quindi è inutile stare a parlarne. Luigi non era un depresso che avesse idee suicide. Eravamo tutti casinisti, ci divertivamo a fare scherzi come tutti i ragazzi di quella età”.

Gestione cookie