”Sono lusingato della proposta, ma faccio un altro mestiere e non sarei in grado di gestire bene una prestigiosa macchina di spettacolo come il Festival di Sanremo. Magari in un’altra vita?”. E’ questo il commento di Bruno Vespa all’indiscrezione lanciata da Dagospia secondo cui il conduttore di Porta a porta sarebbe il prossimo presentatore del Festival.
Per ora possiamo dire solo peccato. Perché, come abbiamo già scritto, se fosse inventata sarebbe il caso di farla diventare vera. Se non è vera è assolutamente verosimile, il che è anche meglio. Bruno Vespa conduttore del Festival di Sanremo, insieme a Belen Rodriguez s’intende, è il miracolo perfetto dell’Italia che si mostra in tv come si vuole che sia. Per dirla con Vendola, è la “Narrazione”, rigorosamente con la maiuscola, del paese che si vuole “colà dove si vuole ciò che si puote”, per dirla anche con padre Dante. Racconta un’interpretazione maligna e tossicamente dietrologica che i vertici Rai abbiano pensato a Vespa niente meno che in funzione “politica-elettorale”. Non per mandare Vespa a far propaganda di voto dal palco del Festival, questo mai e Vespa non la farebbe certo, lui non è uomo di propaganda diretta, caso mai cantata, ma non è questo il caso. Vespa sarebbe, sarà (?) il “Conduttore di garanzia”. Garanzia che neanche un refolo di dubbia ironia, neanche uno spiffero di scostumato disagio, neanche un soffio di disfattista e antinazionale inquietudine possa spirare dalla serate canore nazional-popolari. Alla Rai devono aver pensato che di questi tempi, e di quei tempi, febbraio-marzo 2011, cioè possibili tempi elettorali, anche i Bonolis sono un rischio incontrollabile. Sarebbe andata bene la Clerici, ma il bis non si può fare.
Bruno Vespa “Conduttore di Garanzia”, anche qui non sono enfatiche le maiuscole, è il massimo della coerenza: durante quelle settimane, se ci sarà odore, fumo e arrosto di elezioni, alla Rai pensano sia opportuno sospendere i tal-show politici e ogni trasmissione che di politica abbia il sentore, lezzo o profumo che sia. In nome della ovvia e razionale regola che se il paese è chiamato a una scelta politica è bene che non sia turbato da politica informazione. E’ come sostenere che, se devi andare a fare la spesa, è bene non ti sia messo a disposizione il portafoglio: per il tuo bene ovviamente, potresti farti male.
Scelta coerente ma soprattutto cerchio culturale che finalmente si chiude e si completa. La comunicazione, cioè il pietire, blandire e riportare le chiacchiere, le parole dei politici si è da tempo mangiata l’informazione politica, cioè i fatti. La comunicazione se l’è mangiata e digerita l’informazione. Poi ha proseguito pure nel processo fisiologico ma fermiamoci qui, ognuno sa qual è la terza stazione del processo e non è per nulla elegante renderlo esplicito. Comunicazione che si è fatta bella diventando show, spettacolo appunto. E non c’è dubbio che Vespa è il migliore “Bravo Presentatore” dello spettacolo, come accoglie, presenta e fa da spalla lui non lo fa nessuno.
Quindi che Sanremo sia e che sia di Vespa. Gli altri canteranno, lui la suonerà e tutto sarà controllata armonia. Belen ci metterà il corpo, Vespa la testa. Lui sarà la mente, lei il braccio e finalmente non sarà una finzione televisiva, sarà proprio l’Italia, quella vera, quella che la sera a casa, tutte le sere, e qualche domenica ogni tanto al seggio elettorale si racconta e si compiace di essere intellettuale e colta come Bruno Vespa e ragazza acqua e sapone come Belen.
Invece, almeno per ora, le nostre speranze sono destinate a restare tali. Peccato.
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