Gerry Scotti all’obitorio: “Mamma e papà erano morti, qualcuno mi ha chiesto l’autografo”

Gerry Scotti racconta la sua vita a Fedez e Luis Sal nel podcast Mucchio Selvaggio. Il presentatore tv, 65 anni e una laurea mancata in giurisprudenza, parla della sua vita privata e si lascia andare ad un ricordo commosso di sua madre e suo padre morti a poche ore di distanza l’uno dall’altro. All’obitorio qualcuno gli chiese un autografo. 

Gerry Scotti: “I soldi autano solo a togliersi qualche sfizio”

Gerry ha una carriera invidiabile lunga trenta anni. Dopo gli inizi in radio è oramai uno dei personaggi più amati della tv. E’ ovviamente benestante ma come racconta lui stesso nell’intervista, i soldi non sono tutto dato che non possono comprare tutto.

Il conduttore, quando aveva già raggiunto il successo, ha perso i genitori nello stesso giorno: “Uno se ne è andato di notte, l’altro di giorno”. Quel che più lo addolora ancora oggi è che “pur essendo io già benestante, non ho potuto fare niente per loro. E’ uno dei più grandi rimorsi che mi restgerry scotti a addosso e mi fa capire che il vero valore dei soldi. Aiutano, sì, ma solo a togliersi qualche sfizio“.

“Ero all’obitorio per i miei genitori. Qualcuno mi chiese l’autografo”

Scotti racconta poi l’episodio che vorrebbe dimenticare: “Non ho vergogna a dirvi che quando ero nell’obitorio da mia madre una chiassosa compagnia di parenti del feretro vicino mi ha visto. Così sono venuti dentro con dei pezzi di carta e mi hanno detto: ‘Ci fai un autografo?’ Io non sapevo se dargli una testata o mettergli le mani addosso… poi ho guardato mia mamma e ho firmato”.

Fedez replica: “Io gli avrei dato una testata”.

Chi erano i genitori di Gerry Scotti 

Mario Scotti era un operaio che lavorava alle rotative del Corriere della Sera, sua mamma era casalinga. Gerry era nipote di un contadino e un panettiere. Suo padre aveva però deciso di fare un lavoro diverso: “Ai tempi in cui ero ragazzo avere un lavoro fisso e una casa era già un sogno, non aspiravo di certo ad avere quello che ho ora. Passavamo le giornate con gli amici seduti sui marciapiedi a scommettere su che macchina sarebbe passata di lì, ma ciò nonostante i miei genitori mi hanno sempre sostenuto. Mio padre lavorava di notte, ma di giorno era sempre lì a sostenermi”.

 

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