Giovanna Botteri a Domenica In racconta il Coronavirus in Cina

ROMA – Giovanna Botteri, ospite di Mara Venier a Domenica In, ha raccontato come ha vissuto il Coronavirus in Cina (dove è inviata per la Rai).

“All’inizio è stato uno shock. Pensa, è cominciato qua per primo e improvvisamente ci hanno detto che tutto si doveva fermare. E tutto si è fermato. È stato un momento: tutto chiuso, non trovavi da mangiare, tutti barricati in casa. Io ho fatto l’inviata di guerra, ma lì posso dirti che si sapeva da dove il “nemico” arrivava, dove potevi nasconderti. Qui invece non si sapeva niente”.

Il paragone con l’Italia: “In Italia era tutto normale: era complicato spiegare ciò che accadeva. Non capivano. Quando è successo in Italia mi capivano, ma ormai ero io ad avere paura: avevo mia figlia sola, chiusa in casa a Roma. Ero impotente, non potevo far niente”.

Poi sul lavoro di giornalista televisiva: “Siamo tutti uguali, questo è quello che si scopre lavorando in video. Quello che facciamo è raccontare. E bisogna continuare a raccontare perché si trasmette un senso di uguaglianza: siamo tutti sullo stesso piano, tutti felici, infelici, spaventati, tristi. Siamo tutti la stessa cosa. Per questo noi che andiamo in video dobbiamo raccontarlo, dobbiamo trasmetterlo”.

Un po’ di malinconia: “Sì, provo molta solitudine. Ed è una solitudine che purtroppo si trasmette a chi sta lontano. Ma paradossalmente questo ti lega di più agli affetti, che diventano ancora più forti. Resta il senso dell’amore, del legame che va al di là delle distanze. Forse quello che abbiamo vissuto è stato simile a ciò che provo io ogni giorno: essere legati a chi ti sta accanto, seppur senza toccarlo”.

Infine Giovanna Botteri ricorda Italia Alpi e Miran Hrovatin (uccisi in Somalia): “Non te l’aspetti, perché Ilaria parte e ti dice ‘ho visto un vestito, andiamo a vederlo assieme quando torno’ e poi improvvisamente succede qualcosa di terribile, che ha distrutto la sua vita, i suoi genitori, il bambino piccolo, la vita di Miran. Credo che bisogna tenere quello per cui sono morti, quella voglia di raccontare e dire la verità e non avere paura perché è un momento in cui tutti abbiamo paura e qualche volta bisogna dirsi che no, non dobbiamo avere paura perché solo così si può vincere sul buio e ritrovare la luce, questa la cosa grande che ci ha lasciato Ilaria Alpi”. (Fonte: RaiPlay)

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