Isola dei Famosi e cameramen sfruttati: protesta degli operatori Rai

Più che l’Isola dei Famosi verrebbe da chiamarla Isola degli sfruttati. Giovedì infatti i dipendenti degli appalti televisivi manifesteranno davanti al cavallo di Viale Mazzini, simbolo della Rai, per «denunciare le condizioni di lavoro, al limite della legalità, a cui sono costretti operatori e tecnici dell’Isola dei Famosi. È incredibile – spiega una nota della Slc-Cgil Roma e Lazio – che il servizio pubblico tolleri che si realizzi una delle trasmissioni di punta del suo palinsesto, speculando sul lavoro di tecnici ed operatori».

Tutto nasce da un servizio dell’Espresso in cui Beatrice Dondi ha raccolto le accuse delle troupe che seguono i naufraghi di Simona Ventura in Nicaragua: «L’acqua potabile è scarsa, il cibo è razionato, si dorme spesso nelle tende e i sacchi a pelo non bastano per tutti. Meglio non parlare dei bagni, o meglio delle latrine di fortuna: sono solo quattro per 54 persone. La zona è paludosa e non ci sono zanzariere. Gli spostamenti in barca sono pericolosi e spesso si finisce in infermeria per le scosse e le ondate. Ed è così che si deve vivere per quattro mesi, lontano da casa, per 120 euro lordi al giorno».

Mercoledì sera in diretta su Raidue Simona Ventura, dopo un avvio tra lacrime assortite, ha dato la parola a due di loro: «Ci fa piacere che c’è chi si preoccupa per noi. Siamo lontani, in un posto sperduto, sappiamo che dobbiamo affrontare qualche difficoltà, ma siamo stati preparati per questo».

Anche Giorgio Gori, amministratore delegato di Magnolia, la società che produce il reality, non accetta le accuse: «Respingiamo strumentalizzazioni basate su palesi falsità e mistificazioni della realtà». La sua versione dei fatti l’aveva già data quando era uscita la notizia: «Di certo non è un villaggio vacanze. L’Isola è una produzione durissima. Lavorare “in location” è un po’ come andare al fronte. Ma ben altro è parlare di “lavori forzati”».

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