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Jerry Calà: “Non lavoro più? Forse perché non odoro di sinistra”

Jerry Calà
Jerry Calà (foto Instagram)

ROMA – “Non lavoro più? Forse perché non odoro di sinistra e non invoglio i registi. Per carità, non è una lamentela, soltanto una amara considerazione“. A dirlo è Jerry Calà che in un’intervista al Giornale si è tolto qualche sassolino dalla scarpa.

Da tempo infatti non lo si vede in azione, ma lui è pronto a ritornare con un nuovo film, “Odissea nell’ospizio“: “Dal 2 ottobre lo presenteremo a Roma, Milano e Verona. I Gatti di Vicolo Miracoli si sono riuniti dopo tanti anni e qualche litigio, ma la magia è sempre la stessa – ha spiegato -. Umberto Smaila, Franco Oppini, Nini Salerno ed io in un ospizio che però non è così sganciato dalla realtà perché facciamo anche i conti con l’ immigrazione e l’integrazione. Noi siamo un gruppo che ha litigato e si ritrova in un ospizio in crisi”.

“Sono un indie del cinema e della tv – dice  – Non a caso film come I ragazzi della notte oppure Vita Smeralda me li sono fatti da solo, anche in sala di montaggio”.

“Se è vero che fuori dal palco il comico è triste? È una cazzata pazzesca. L’ idea del clown triste che piange a me fa ridere. Per me fare la battuta è una vera schiavitù, sia sul palco sia nella vita di tutti i giorni”.

“Come mi considero? Un attore che pensa di essere un artista a tutto tondo. Canto, suonicchio, recito, faccio one show con una band strepitosa (Giovanni Pepe, Sabino Barone, Dante Zoccolo), sono regista e, se capita, faccio anche il produttore. Insomma, ci metto tutto me stesso”.

“Rimpianti? Nessuno, ho una carriera meravigliosa. Ma ora sento il desiderio di andare oltre il one man show, ho un nuovo aspetto, un’ altra maturità, penso di potere dare ancora molto al cinema, molto di più di quanto abbia dato finora”.

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