La Confessione, Fedez: “Ecco cosa è successo tra me, J-Ax e Fabio Rovazzi”

Fedez, Ansa
Fedez (foto Ansa)

ROMA – Intervistato da Peter Gomez, ospite nel salotto de La Confessione, Fedez parla a cuore aperto della lite tra lui, J-Ax e Rovazzi:

“Non ho perso un socio, con J-Ax e con Fabio Rovazzi ho perso un pezzo della mia famiglia acquisita. Io e J-Ax c’eravamo separati dal nostro manager e abbiamo aperto un’agenzia, un clima fantastico. Quando è entrato Fabio Rovazzi, è diventato il mio migliore amico. La canzone Andiamo a comandare ci esplose in mano, tutto avvenne in un clima di vera amicizia. Devo capire dove io stesso ho sbagliato, se riesco a parlarne oggi è perché sono stato aiutato dalla mia famiglia e da professionisti”.

E ancora: “Non so se la separazione è da imputare al mio carattere impulsivo, devo sbatterti quello che penso nella maniera più brutta possibile. L’altro motivo è che probabilmente non servivo più. Sono partito per 5 mesi a Los Angeles, con mia moglie incinta, il periodo più difficile della mia vita. Ero fragile e poco lucido. Quando sono partito, il nostro legale ha aperto una società speculare alla mia, di management e discografia. Non me l’ha detto, l’ha fatto di nascosto in un momento molto fragile. Mentre ero a Los Angeles sono scoppiati problemi nei conti economici, questa persona aveva problemi con mia madre che lavorava con noi. Sono arrivato a mettere in discussione mia madre, cercavo di arginare questi problemi e non son stato accanto a mia moglie. Poi ho intuito che lui voleva diventare il mio manager, mi sono allontanato da lui e lui ha cercato di portarsi a casa la restante parte del gruppo”.

La lite con Fabio Rovazzi:

“Quando è nato mio figlio da Fabio non mi è arrivato neanche un messaggio (da J-Ax sì). Non mi ha scritto quando Leone non ha passato l’esame dell’udito, per 6 mesi non sapevamo se sarebbe diventato sordo. A Radio Deejay ha detto che mi aveva fatto gli auguri del bambino: capisco non fosse facile dire di no, ma la sua naturalezza mi ha stupito, io avrei cercato di non rispondere. Ho scritto sei canzoni sull’argomento, mai uscite. Mi sono arrivate le scuse di Fabio, ma troppo poco e troppo tardi”.

La lite con J-Ax:

“In tutta questa vicenda pensavo che Ax fosse estraneo. Torno a Milano per il nostro ultimo concerto insieme (ma avremmo continuato a essere amici e collaboratori). Scopro che lui sapeva tante cose che non mi ha detto e che era d’accordo con questa persona. Eravamo a fare le prove a Vigevano per il concerto: gli ho detto che avevo bisogno di sapere se lui era un amico o no. Lui mi giurò che non sapeva nulla. Arriviamo a S. Siro, ci abbracciamo, piangiamo. Il giorno dopo Alessandro doveva venire per la prima volta a vedere mio figlio. Mi dice: “Io non vengo. Sapevo tutto ed ero d’accordo. L’ho fatto perché so che non saresti mai salito sul palco con me se avessi saputo questa cosa”.

La delusione:

“Quello che mi spiace è che non mi ha dato la possibilità di scegliere. Tutte quelle cose che ci siamo dette per me erano sincere, per lui no. Avrei annullato il concerto, mi sarei fatto carico di tutti gli oneri. Dopo fu tutto tremendo, ma non ci sono state cause con Alessandro. C’è forse una cosa con Fabio, ma la cosa più grave, la causa con il legale, ho deciso di chiuderla. Mi rendo conto che Alessandro aveva accumulato il peso del mio carattere. A livello lavorativo ho sempre preso le redini in mano nel bene e nel male. Sono stato duro con lui, ma io non avrei mai fatto una cosa così. Poi lui è sparito, e mi fa pensare che la nostra società fosse una cosa accessoria. So che quello che sto dicendo verrà preso a spizzichi e bocconi sulle testate, non ne trarrò nulla di positivo a parte un po’ di serenità. Sono io che uso voi e non voi che usate me. Magari ci sono motivazioni più profonde che non so, ma questo è quello che è successo”.

Fonte: La Confessione.

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