Lucy Salani chi è, età, dove e quando è nata, vita privata, Dachau e biografia

Chi è Lucy Salani: età, dove e quando è nata, vita privata, Dachau e biografia dell’ospite di Serena Bortone ad Oggi è un altro giorno, in onda dalle 14 su Rai1.

Dove e quando è nata, età e biografia di Lucy Salano

Lucy Salani è la donna transessuale più anziana d’Italia. Lucy, al secolo Luciano Salani, è nata a Fossano, in provincia di Cuneo, nel 1924 (età 98 anni) da una famiglia antifascista che era di origine emiliana, è tra le pochissime sopravvissute al campo di concentramento di Dachau ancora viva ed è stata tra i pochi testimoni di uno dei momenti più drammatici di tutto il Novecento. Sulla sua storia il film “C’è un soffio di vita soltanto”, presentato al Torino Film Festival che approderà nelle sale cinematografiche il prossimo 10 gennaio.

Si trasferisce in Emilia con la famiglia già dagli anni trenta. Ripudiata dal padre e dai fratelli in quanto “diverso”, durante la Seconda guerra mondiale scappa dall’esercito, finisce in un primo campo di concentramento per poi essere deportata al campo di Dachau dove rimarrà fino alla liberazione degli alleati nel 1945.

Sopravvissuta al campo di concentramento di Dachau

Strazianti e commoventi le parole sul campo di Dachau. “Vivere per me è un miracolo, sono già morta allora”, sostiene Lucy. A Dachau è tornata e racconta le sue sensazioni e ciò che ha provato. Ancora oggi, nonostante sia passata un’intera vita, fa sogni orribili su quel periodo e su quello che ha visto, particolari e storie che vuole raccontare alle persone: la gente deve sapere che cosa accadeva nei campi di concentramento. 

“Rimasi in quel campo sei mesi e il giorno in cui i tedeschi capirono che era finita ci ammucchiarono al centro del campo e iniziarono a sparare. Io fui ferita a una gamba e svenni, mi trovarono gli americani in mezzo ai cadaveri… E così ritornai a casa, in Italia. Quando mia madre mi vide, svenne. Mi credeva morto, fucilato. È stata una bella festa, eh sì. E quando ci penso ancora oggi non so proprio come ho fatto a sopravvivere a tutto questo. È stata una tortura. Nessuno voleva sapere al mio ritorno. Nessuno mai mi chiese cosa mi fosse accaduto a Dachau. Siamo stati dimenticati. Alla gente non fregava niente. Non voleva sapere, non voleva sapere… A Torino ho vissuto dei momenti stupendi. Facevo il tappezziere. Andavo per locali. Stavo bene. Ero amata. Avevo amici. Mi sono divertita tanto a Torino. Sono già tornata tre volte a Dachau dopo la liberazione e tutte le volte provo una sensazione che non riesco a descrivere. Ho un blocco e mi continuano a scendere le lacrime. È impossibile dimenticare e perdonare. Ancora alcune notti mi sogno le cose più orrende che ho visto e mi sembra di essere ancora lì dentro e per questo voglio che la gente sappia cosa succedeva nei campi di concentramento perché non accada più”, si legge nell’articolo pubblicato per la Giornata della Memoria 2021 e dedicato a Lucy Salani. 

La vita privata e l’operazione

Sulla sua vita racconta: “Mi sono sempre sentita femmina fin da piccola. Mia madre era disperata. Volevo sempre fare ciò che a quell’età facevano le bambine: cucinare, pulire e giocare con le bambole. Mio padre e i miei fratelli non mi accettarono. Negli anni trenta i miei genitori si trasferirono nel bolognese. Non mi aspettavo la guerra. Quando uno è giovane, non è che pensi tanto a quello che potrebbe venire. Sono stata chiamata. Mi è arrivata la cartolina, ma non me l’aspettavo così presto. Mi chiamarono a 19 anni e mi mandarono al nord. E lì ho incominciato a fare il militare”. Nel 1982 Lucy è stata una delle prime italiane a sottoporsi a un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale avvenuto a Londra. 

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