Mara Venier: “Ho scelto ancora Domenica In anche se la concorrenza…”

Mara Venier, intervista all'Agi: "Ho scelto ancora Domenica In anche se la concorrenza..."
Mara Venier: in una foto Ansa

ROMA – Ricomincia una nuova stagione di Domenica In, e in conduzione c’è sempre Mara Venier, che ormai da tanti anni è la “zia della domenica” per milioni di italiani. Antonella Piperno l’ha intervistata per l’Agi e riprendiamo l’intervista:

Il critico Aldo Grasso lo scorso anno dopo la sua intervista ad Alessia Marcuzzi ha scritto che in studio vi mancavano giusto il tè e i pasticcini.

“Per lui era una critica, ma io l’ho recepita come un complimento. Sentirmi a casa e coinvolgere in quell’intimità i miei ospiti è la mia carta vincente. Quando intervisto qualcuno è come se la telecamera non esistesse. E poi tanti personaggi sono davvero miei amici. Io sono leale e diretta, non potrei mai far finta di essere amica se non lo sono. E  da parte loro c’è una sorta di riconoscenza nei miei confronti. Renato Zero quando è stato da me mi ha detto: “Vengo a farmi intervistare ma non  voglio cantare.  E poi l’ho convinto in diretta, “Ma dai, un pezzettino…”. E lui ha cantato  “I migliori anni della nostra vita” e mi ha riempito il cuore.

Si è mai pentita di qualche intervista?

“Quella ad Anna Maria Barbera, la comica Sconsolata. Si vedeva che non aveva voglia di parlare, che era lì controvoglia e soffriva. Avrei voluta solo abbracciarla”.

Il gioco dei fagioli della Carrà andava in onda a Pronto Raffaella nei primi anni Ottanta, non starà guardando un po’ troppo indietro?

“Più il gioco è semplice e più il pubblico si diverte. E io ci tengo a mantenere un rapporto telefonico  perché mi consente di avvicinarmi alle persone che mi guardano da tutta Italia e mi considerano un po’ come la vicina di casa, un’amica. Del resto io sono così nella vita anche se l’affetto del pubblico va oltre le mie aspettative:  qualche settimana fa  ero a Tolentino con la mia famiglia e in strada  sono stata ricoperta da abbracci dalle signore di passaggio. Sono rimasta piacevolmente scioccata”.

Orietta Berti l’ha strappata a Fabio Fazio?

“No, non farei mai una cosa del genere. Il suo agente mi ha telefonato dicendomi che in questa stagione Orietta non avrebbe lavorato con Fazio e quindi l’ho reclutata come opinionista. Ancora non so esattamente cosa farà in trasmissione: intanto nella prima puntata interverrà nella mia intervista a Giulia De Lellis che presenta il suo libro “Le corna stanno bene con tutto”. Del resto è un tema universale… Anche io le ho subìte e mi è capitato anche di  rifarle. Non a mio marito Nicola eh”.

A proposito di  suo marito Nicola Carraro, già lo scorso anno lui le aveva sconsigliato di accettare il programma, il bis come l’ha preso?

“Non era d’accordissimo neanche questa volta, perché quando lavoro io lo faccio full time ma poi si è rassegnato, perché mi vede felice. Anche io però all’inizio  non ero certa di rifare Domenica in.. Pensavo di fermarmi o di impegnarmi in qualcosa di meno faticoso e poi avevo avuto anche un’offerta molto allettante dalla concorrenza”.

La voleva Mediaset?

“Non posso specificarlo. Ma l’offerta mi era arrivata da una persona a cui voglio molto bene. Poi mi sono fatta guidare dall’istinto e ho scelto Domenica in anche per gratitudine all’affetto del pubblico”.

A proposito di concorrenza, l’anno scorso dopo essere stata ospite da Maria De Filippi ad Amici, si è vista stoppare dalla Rai l’ospitata della collega a Domenica in…

“Mi è molto dispiaciuto, tra l’altro sull’ospitata della Marcuzzi, altra conduttrice Mediaset, nessuno aveva avuto niente da ridire. Spero che in questa stagione non ci siano veti e di poter avere finalmente Maria.

Restando in tema Mediaset quest’anno la sua competitor Barbara D’Urso, comincerà la sua Domenica Live alle 17, 20 e vi scontrerete solo negli ultimi dieci minuti. Sarà la fine di una rivalità storica?

“Ma io e Barbara siamo amiche, la nostra è stata una sana competizione che forse ha fatto gioco a tutte e due. I nostri è un rapporto tra due persone che lavorano duramente e che si stimano. Recentemente l’ho incontrata in treno, ci siamo abbracciate, bisogna avere complicità anche tra colleghe”.

Ma della tv urlata e trash cosa pensa?

“C’è il telecomando, il pubblico è libero di scegliere se guardarlo o meno. E poi io non posso parlare visto che nella mia Domenica in del 2006 andò in scena la terribile lite tra Adriano Pappalardo e Antonio Zequila”.

Ha detto che avrebbe voluto riposarsi e invece quest’anno  sarà una e trina con la conduzione radiofonica di “Chiamate Mara 3131” e a dicembre lo sbarco in prima serata con le tre puntate del programma di emotainment “La porta dei sogni”.

“All’inizio avevo rifiutato perché a differenza di altre colleghe io vado in sottrazione, non punto ad accumulare programmi. E poi non mi ritengo da prima serata, sono perfetta per il pomeriggio. Ma ci ho ripensato quando andando a parlarne dalla direttrice di Raiuno Teresa De Santis si è è resami sono resa conto che quel format era perfetto per me, perché parla dei desideri degli italiani. Ora però sono concentrata solo su Domenica in”.

Mara Venier ha cominciato con il cinema, rimpiange di aver lasciato il grande schermo per la tv?

“Nasco come attrice impegnata anche se non ci crede nessuno. Non ci credevo troppo neanche io me lo proponevano, avevo figli da mantenere e quindi accettavo. Io non sono mai stata una donna ambiziosa, tutto è capitato per caso. Far l’attrice alla fine mi piaceva ma quando ho scoperto la tv ho capito che volevo fare quello, nel piccolo schermo non si finge. E poi l’amore che ho per  il cinema l’ho sviluppato con le mie interviste, a gente come Sharon Stone e Sean Connery, davvero grandioso”.

Come si spiega che a 69 anni e al timone di un contenitore che ne ha 43 zia Mara Venier piaccia anche ai giovani?

“Devo ringraziare Alessia  Marcuzzi che mi ha voluto come opinionista all’Isola dei Famosi e poi mi ha trascinato su Instagram e Maria De Filippi che mi ha portato a Tu si que vales. Lì da loro ho catturato il pubblico giovane che mi ha poi seguito su Raiuno”. (Fonte Agi).

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