Aldo Busi-story: “Mio padre mi frustava a sangue. Ma dopo di lui nessuno mi metterà più i piedi in testa”

Aldo Busi

”Sono stato un bambino seviziato, non sessualmente, bastonato, cinghiato a sangue da mio padre”. Aldo Busi in tv, a Domenica 5, intervistato da Barbara D’Urso, racconta un’infanzia drammatica.

”L’odio di mio padre è stato l’unico forte sentimento reciprocato della mia vita, per me è stata l’unica forma d’amore”. ”Mia madre era un generale e davanti a lei mi dovevo alzare in piedi”, dice. ”Lentamente l’ho capita, stimata e ammirata come persona. Fin da piccolo mi chiamava ‘Busi’ quasi con un senso di disprezzo perché assomigliavo già troppo a suo marito”.

Con il padre, morto nell’82, il rapporto non si è mai rasserenato: ”Ho vinto l’autoritarismo di mio padre e nessuno, dal giorno in cui me ne sono andato di casa, mi ha messo o mi metterà i piedi in testa”, racconta Busi. Che spiega di essere ”nato respinto” perché era il terzo maschio e i genitori ”volevano una femmina perché mia mamma aveva bisogno di una donna che l’aiutasse e mio padre aveva bisogno di una serva al pari di mia madre. Lei addirittura non mi allattò per tre giorni finché la levatrice non le disse che stavo per morire. Nemmeno la mia omosessualità – aggiunge – ha provocato tanto odio nei miei confronti dai parte dei miei genitori. Entrambi, infatti, iniziarono subito a picchiarmi”.

Nei confronti del padre, però oggi, anche un po’ di gratitudine: ”Gli sono grato perché sono rimasto un uomo buono e di questo vado fiero. Se non fosse stato così spietato, forse neanch’io sarei così come sono oggi non accomodante, ma non desidero mai offendere o rovinare la vita degli altri. Essere felice a discapito degli altri, non lo posso sopportare”.

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