Mediaset deve rimborsare i contributi del digitale

BRUXELLES, 28 LUG – La Corte Ue mette fine alla vicenda Mediaset-Bruxelles sui contributi per l'acquisto dei decoder del digitale terrestre: l'azienda deve rimborsare il governo italiano per quelli che la giustizia europea ritiene aiuti di Stato da cui ha ''indirettamente tratto vantaggio''. Ma l'azienda di Cologno Monzese replica: ''Gia' versato tutto, ma aspettiamo l'esito del ricorso in Italia sulla cifra che non riteniamo congrua''.

La stangata dell'Europa arriva in una giornata gia' pesante per Mediaset: l'utile del semestre ha registrato un calo del 31,9% rispetto allo scorso anno, e anche la raccolta pubblicitaria e' in flessione (-3,2%). La posizione finanziaria netta del gruppo passa da un negativo di 1.590,2 milioni di euro del 31 dicembre 2010 ai 1.805,5 milioni del 30 giugno 2011. In crescita invece i ricavi di Mediaset Premium (14,9%).

Ma oggi Mediaset ha anche messo a segno il colpo che fa nascere il gigante italiano nel settore delle torri di broadcasting e telefonia, finalizzando l'acquisizione di Digital Multimedia Technologies (Dmt).

La storia Mediaset-Bruxelles sugli aiuti per i decoder risale al 2004, quando la finanziaria in Italia stanzia un contributo pubblico all'acquisto degli apparecchi (150 euro per ogni utente previsti dalla finanziaria 2004 e 70 euro in quella del 2005). Sky Italia e Europa 7, tagliate fuori dalle agevolazioni in quanto reti satellitari, denunciano il provvedimento alla Commissione Ue, che nel 2007 stabilisce che il contributo e' un aiuto di Stato illegale e impone all'Italia di recuperarlo con i relativi interessi.

Mediaset fa quindi ricorso alla giustizia europea, rivolgendosi al Tribunale del Lussemburgo. Che a giugno dell'anno scorso le da' torto, e conferma la linea rigida della Commissione Ue. Per il Tribunale, il contributo ha attribuito alle emittenti digitali terrestri ''un vantaggio indiretto a danno delle satellitari''.

Questo perche', per ottenere il contributo, era necessario acquistare un apparecchio per la ricezione di segnali televisivi digitali terrestri, e chi invece ne acquistava uno solo per la ricezione di quelli satellitari, non avrebbe potuto beneficiarne.

Inoltre la misura ha spinto i consumatori a passare dall'analogico al digitale consentendo ai canali digitali come quelli di Mediaset di consolidare la loro posizione sul mercato, spiega il Tribunale.

Mediaset non si era arresa dopo il primo grado ed aveva impugnato la sentenza davanti alla Corte Ue, secondo ed ultimo gradino della giustizia europea. Che oggi conferma le motivazioni del Tribunale e impone il recupero degli aiuti. La Corte ha anche respinto gli argomenti di Mediaset secondo cui Bruxelles non avrebbe stabilito una metodologia adeguata per calcolare le somme che deve rimborsare. Per la Corte, le cifre vanno calcolate in base alle tabelle della Commissione Ue, e in ultima istanza e' l'autorita' nazionale a stabilire la cifra esatta.

Ed e' proprio sulle cifre che Mediaset ha aperto un'altra partita e spiega in una nota che ''l'importo determinato dal ministero dello Sviluppo Economico, su delega della Commissione Europea, e' stato pari a 6,1 milioni di euro, somma che e' stata interamente versata allo Stato italiano nel febbraio 2010''. Ma precisa di essere in attesa del ricorso presso il Tribunale di Civile di Roma per l'importo che non giudica ''congruo''.

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