ROMA – Milo Infante tornerà in video come conduttore e dovrà essere risarcito dalla Rai . Il giudice del Tribunale di Milano, Di Lorenzo, gli ha dato ragione nella causa, cominciata due anni orsono, contro Viale Mazzini che lo aveva demansionato. Oltre al suo stipendio (150 mila euro lordi) Infante riceverà 3 mila euro al mese per i prossimi due anni a titolo di risarcimento danni.
Tutto è cominciato a ottobre 2011 quando il giornalista, all’epoca conduttore insieme a Lorena Bianchetti della trasmissione pomeridiana, “L’Italia sul 2”, iniziò a manifestare il proprio dissenso con i vertici di Raidue per il veto impostogli su alcuni giornalisti del Fatto Quotidiano, Libero e Il Giornale, ma anche per quello su determinati volti noti di altri canali della stessa tv pubblica.
I contrasti non si appianarono e Infante fu ridimensionato all’interno della stessa trasmissione, costretto alla trattazione di temi legati al costume, mentre la politica e l’attualità, da sempre di suo dominio, furono affidati alla collega Bianchetti.
Dopo aver denunciato l’azienda, Infante fu improvvisamente messo da parte senza alcun preavviso, pur continuando a percepire il suo stipendio. Il Tribunale civile di Milano gli ha ora dato ragione e ha ordinato all’azienda il reintegro immediato del giornalista. Dal canto suo Viale Mazzini, aveva già previsto nei palinsesti autunnali il ritorno di Infante, ma solo affidandogli alcuni documentari. Il giudice però è stato chiaro: dovrà tornare in video “nel ruolo di conduttore o equivalente”.
La Rai potrà certamente presentare ricorso in appello, ma intanto dovrà comunque offrirgli un programma. Oltretutto è utile ricordare che la fascia oraria in cui andava in onda “L’Italia sul 2″ condotta da Infante, due anni fa viaggiava con medie share del 12-13%, mentre “Detto Fatto” di Caterina Balivo ha chiuso la stagione 2014 con una perdita di ascolti pari alla metà, attorno al 6%.
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