Sandra Mondaini, la nipote di Raimondo: “I filippini ci hanno tenuto lontano da lei”

Lo sfogo per non avere avuto la possibilità “di stare vicino alla zia nei suoi ultimi momenti” e la precisazione  “non è mai stata formalizzata nessuna adozione nei confronti dei domestici filippini”. I funerali di Sandra Mondaini, morta martedì 21 settembre a Milano, non sono stati ancora celebrati (le esequie saranno trasmesse in diretta tv su Canale 5 alle 11, giovedì il 23 settembre)  ma le questioni ereditarie sono già al centro di discussioni e litigi.

La nipote Raimondo, Virginia Vianello, si difende e accusa la famiglia di domestici filippini, parlando anche a nome dei cugini: “Riconosciamo che si è occupata degli zii con amore e dedizione, ma negli ultimi tempi ci hanno tenuto lontano da zia Sandra, non ci avevano neppure informati che era stata portata in ospedale: non ne facciamo questioni di interesse, ma di rispetto per gli affetti degli altri”.

Per quanto riguarda l’eredità dei Vianello non si sa ancora se Sandra abbia lasciato un testamento o qualche documento. Dopo la morte di Raimondo il domestico filippino aveva trovato in casa un foglio scritto a mano dell’attore. In poche righe Vianello nominava come erede di tutto la moglie Sandra.

Il filippino aveva portato il documento da un notaio che lo aveva ritenuto valido. Non è mai stata invece formalizzata un’adozione legale della famiglia di domestici che, amavano ripetere i Vianello, erano come loro figli. ”Noi accetteremo le volontà di zia Sandra quale siano – ha detto Virginia – Per me loro erano come i miei genitori e quindi ci sono rimasta molto male, quando ho capito che veniva quasi alzato un muro tra lei e noi”.

Secondo Virginia questo stato di cose è cominciato all’inizio dell’estate. ”Andavo a trovare la zia e parlavamo spesso di creare una fondazione a nome di zio Raimondo – ha spiegato la nipote – Lei era molto d’accordo e si prospettava un progetto come quello fatto dai familiari di Mike Bongiorno, una fondazione che si sarebbe occupata di beneficienza, aiutato gli altri”. ”E’ stato quando questi discorsi sono diventati più concreti – ha concluso Virginia – che noi nipoti non abbiamo più avuto possibilità di vedere zia Sandra”.

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